Non profit

Al via Terra Futura

Parte nel capoluogo toscano la Borsa delle imprese responsabili. Ecco il programma completo

di Maurizio Regosa

Sono un centinaio le aziende in vetrina che dopo il successo dello scorso anno tornano a Firenze da oggi al 30 maggio per dialogare con la società civile. Sistema produttivo e tecnologia della conoscenza, insieme nel nome della sostenibilità. È uno dei confronti possibili alla Borsa delle imprese responsabili, uno dei numerosi appuntamenti di Terra Futura al quale partecipano oltre un centinaio di realtà profit, del privato sociale, dell’associazionismo (molte, intervenute nel 2009, hanno confermato per questa edizione; alla Fortezza da Basso). Ciascuna per proporre propri percorsi, per confrontarsi su nuove avventure, per individuare compagni di strada. «La Borsa», spiega Ugo Biggeri, presidente della Fondazione Cultura Responsabilità Etica (che promuove l’evento assieme a Regione Toscana e Adescoop, l’Agenzia dell’economia sociale), «è un luogo dove il popolo della pace si incontra con le imprese sui temi dello sviluppo sostenibile». 

Sostenibilità è, insieme, una pratica e un orizzonte. A ciascuno però la sua. Per rendersene conto basta cedere la parola a chi ha scelto di essere presente a questo appuntamento «one to one, che vuole far incontrare la domanda e l’offerta» (Biggeri). «Per noi», sottolinea Giacomo Magnini, vicepresidente di Mozilla Italia, «significa pluralismo, accesso libero alla tecnologia, impegno volontario perché vi sia libertà di scelta. Abbiamo aderito proprio per far conoscere questo messaggio e per mettere a disposizione di tutti la nostra esperienza informatica».

Uno degli obiettivi della Borsa è quello di creare nuove opportunità, contribuendo a diffondere una cultura della responsabilità d’impresa che, per dirla con Biggeri, «superi la dicotomia tra l’impresa sociale e la Csr gestita dal marketing. È un’occasione anche per tentare sperimentazioni, per produrre contaminazioni utili fra mondi diversi». Su un fronte che è tutt’altro che statico. Lo spiega con chiarezza Mariarosa Cutillo, direttore di Valore sociale, il primo marchio promosso dalla società civile per certificare la Csr (all’interno della Borsa, assegnerà il premio Organizzazione verso Valore sociale): «Si sta diffondendo ad esempio l’idea che nella Csr sia importante il concetto della filiera: fornitori, produttori e distributori che, in modo trasparente, si preoccupano dell’impatto sociale e ambientale del loro lavoro».

Per visionare il programma: www.terrafutura.info


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