Migrazione e lavoro

Al via progetto pilota per l’ingresso di manodopera specializzata dalla Tunisia

Il piano d’intervento mette a un unico tavolo imprese, istituzioni ed enti di formazione. È partita la fase di selezione dei candidati. Dopo 5 mesi di formazione in loco, l’arrivo in Italia con regolare contratto di lavoro. Le imprese indicano il fabbisogno e conoscono i candidati in fase di selezione. La formazione trasferisce competenze tecniche ma anche basi linguistiche e culturali. Le istituzioni garantiscono i tempi per il rilascio del visto per motivi di lavoro

di Sabina Pignataro

Cinque mesi di tempo, per avere operai specializzati formati in Tunisia e assunti in aziende italiane del settore edile. È l’obiettivo dell’Accademia Internazionale di Costruzione, progetto pilota promosso e finanziato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), in collaborazione con l’ente non profit di formazione ELIS, e che vede anche la partecipazione di Formedil e CESF di Perugia (Centro Edile per la sicurezza e la formazione). Sul fronte istituzionale, sono coinvolti nel progetto il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Socialiil Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Ambasciata Italiana a Tunisi.

Dopo la firma degli accordi con l’Agenzia per l’Impiego (ANETI) e l’Agenzia per la Formazione Professionale (ATFP) di Tunisiil programma entra in questi giorni nella sua prima fase operativa: la selezione dei partecipanti ai corsi di formazione in loco. Il percorso si concluderà a marzo 2024 con l’arrivo delle prime 40 persone in Italia, provviste di un regolare contratto di lavoro. Al termine del progetto pilota, i promotori replicheranno il modello su più ampia scala.

L’obiettivo è rispondere al fabbisogno di manodopera nel nostro Paese e contrastare i flussi d’immigrazione irregolari con attenzione ad alcune novità. Tra queste, soprattutto, la possibilità per le aziende italiane di entrare in dialogo con i potenziali candidati prima dell’assunzione, come in un qualsiasi processo di selezione, e la partecipazione diretta delle istituzioni italiane al piano d’intervento, così da garantire tempi ed esito del rilascio dei visti per motivi di lavoro.

«Crediamo molto in questo progetto, che ha una doppia valenza: dare ai lavoratori l’opportunità di migrare in modo sicuro e regolare e alle imprese la possibilità di attingere a un bacino di profili professionali e manodopera qualificata di cui il settore oggi ha particolarmente bisogno. Tutto ciò sarà possibile attraverso scuole e centri di formazione in loco che funzioneranno come hub di formazione pre-partenza»,  ha commentato il vicepresidente Ance per le Relazioni industriali e gli Affari sociali, Carlo Trestini.

Istituzioni, imprese associate ad ANCE ed enti di formazione saranno coordinati da un comitato di monitoraggio. Ance ha in particolare affidato a ELIS lo sviluppo operativo del progetto e la verifica periodica, sia in Tunisia che in Italia, delle attività e degli obiettivi previsti dal piano.

«L’organizzazione dei corsi e del numero di partecipanti in base al fabbisogno delle aziende – spiega Pietro Cum, Amministratore delegato di ELIS – è la prima garanzia dell’efficacia del progetto. ELIS organizza corsi solo se ci sono aziende che hanno chiesto di attivarli per assumere. Questo ci garantisce un tasso di occupazione del 98 percento al termine della formazione. Ci aspettiamo qui lo stesso risultato. L’altra garanzia è la stretta collaborazione che stiamo sperimentando tra istituzioni pubbliche e soggetti privati, in modo che le attività in programma e l’iter burocratico collegato procedano insieme».

La selezione delle persone che accederanno al programma di formazione e avviamento al lavoro avviene in collaborazione con le già citate agenzie tunisine per il lavoro e per la formazione professionale, ANETI e ATFP. Saranno giovani già in possesso di un certificato professionale nell’ambito dell’edilizia e dei lavori pubblici secondo il sistema scolastico locale e di un’esperienza professionale di almeno 12 mesi. I corsi di formazione serviranno a trasmettere conoscenze specifiche richieste dalle imprese italiane, tra queste normativa e sicurezza sul lavoro. Sarà invece compito dell’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi trasferire ai partecipanti le competenze linguistiche necessarie, insieme a contenuti di educazione civica, volti a far acquisire una sufficiente conoscenza dei principi fondamentali della Costituzione, dell’organizzazione delle istituzioni pubbliche italiane e del contesto socio-culturale del nostro Paese.

«L’affiancamento ai partecipanti – spiega Annachiara Moltoni, responsabile dei progetti sociali di ELIS – proseguirà dopo il loro arrivo in Italia, coinvolgendo anche le comunità locali dei loro connazionali. Quei primi mesi saranno fondamentali per permettere alle persone di inserirsi nel nuovo contesto sociale in cui verranno a trovarsi».

In base alle previsioni del Rapporto Excelsior, il sistema informativo di Unioncamere sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia, la filiera delle costruzioni e infrastrutture registrerà nel quinquennio 2022-2026 un fabbisogno occupazionale di 294mila unità. Nel 2023, l’Ance ha quantificato in 64.400 unità il fabbisogno occupazionale derivante dalla realizzazione di oltre 64 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi del PNRR e dei principali interventi ferroviari. Di tale fabbisogno, si stima che 53.800 unità siano da ricercare nella categoria degli operai e i restanti 10.600 tra impiegati e quadri.

Per la foto di apertura si ringrazia l’ufficio stampa di ELIS

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