Formazione

Al via Osservatorio per l’informazione sui farmaci?

La proposta, lanciata ieri da Nello Martini, direttore generale del Dipartimento di farmacovigilanza del ministero della Salute, è stata accolta bene dall'Asmi

di Paolo Manzo

”Finalmente, almeno per il farmaco, si parla concretamente di un ‘Osservatorio’ per l’informazione scientifica”. Questo il commento dell’Associazione stampa medica italiana (Asmi) alla proposta, lanciata ieri da Nello Martini, direttore generale del Dipartimento di farmacovigilanza del ministero della Salute, intervenuto al convegno organizzato da Forza Italia su devoluzione e informazione scientifica del farmaco. Un Osservatorio nazionale per tenere ‘sotto controllo’ notizie, congressi, convegni e per creare un database degli informatori, contro i pericoli di una informazione squilibrata. ”Sono anni che l’Asmi ipotizza la realizzazione di un ‘Osservatorio dell’informazione sanitaria’, che tuteli la pubblica opinione da notizie incomplete, non corrette e spesso ingannevoli, in materia di salute, sanita’ e benessere. E – spiega l’associazione – si puo’ cominciare dai farmaci”. Ma per Mario Bernardini, presidente dell’Asmi, ”e’ l’intero settore della comunicazione d’interesse medico-scientifico che dovrebbe essere oggetto di maggiore considerazione”. Anche per la comunicazione sanitaria istituzionale, spiega in una nota, ”sarebbe di sicura utilita’ un riferimento che possa fornire consigli e suggerimenti per una verifica della qualita’ dei messaggi e per valutare la percezione della notizia medico-scientifica da parte dei destinatari. Non uno strumento di controllo e censura della cronaca giornalistica – precisa Bernardini – ma un riferimento necessario in un epoca di disponibilita’ di media che anticipano la diffusione di informazione sulla salute prima della loro valutazione da parte delle competenti comunita’ scientifiche”. Da qui la proposta di un Osservatorio interdisciplinare, con presenze istituzionali che comprendano rappresentanti degli Ordini professionali dei medici e dei giornalisti, per la specifica competenza e autorevolezza anche per gli aspetti deontologici.


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