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Al via la conferenza-maratona dell’UE per lo sviluppo
Oggi a Bruxelles capi di stato, imprenditori, enti privati, rappresentanti della società civile ed esperti di sviluppo globale si ritrovano per due giorni di conferenze per il più importante evento europeo sulla cooperazione internazionale: sono gli European development days (#edd2015 su Twitter), giunti alla nona edizione e di cui VITA è media partner.
Bruxelles – Qualcuno li chiama "i Davos della cooperazione", in riferimento alla partecipazione, sempre più numerosa, di ospiti internazionali che vedono in questo appuntamento un punto di riferimento nel calendario degli eventi della cooperazione allo sviluppo. Più di quattrocento gli ospiti, con una bella rappresentanza dal continente africano, protagonista di molti dibattiti dedicati alla crescita sostenibile e agli investimenti necessari per garantire accesso all’energia e alle infrastrutture. I partecipanti previsti sono cinquemila, da più di 140 paesi, per conto di 1.200 organizzazioni operanti nei settori della cooperazione, dei diritti umani e degli aiuti umanitari.
Il 2015 è un anno importante: è l'anno che l'Unione europea ha dedicato allo sviluppo, il primo con un’ambizione di politica estera da quando è nata la pratica di dedicare gli anni a temi specifici. Ma è anche l'anno in cui a New York i paesi membri delle Nazioni Unite si incontrano per rinegoziare, dopo quindici anni, (otto) impegni per sradicare la fame e la povertà nel mondo. Gli Edd sono l’occasione per mettere l’accento sulle nuove strategie previste nell’agenda internazionale dopo gli Obiettivi del millennio, ratificati nel 2000 da 193 stati membri.
Quattro i filoni chiave da seguire in questa edizione. Il primo, l'accesso all'energia, in particolare alle fonti rinnovabili, un bisogno essenziale che sarà inserito anche tra i nuovi obiettivi post-2015. Il secondo, i cambiamenti climatici come parte integrante degli sforzi nella lotta alla fame e alla povertà: "gli aiuti che non prevedono azioni per il climate change sono inutili", dice Lies Craeynest di Oxfam International.
“La specie messa più a rischio dai cambiamenti climatici sul nostro pianeta…è quella umana”, ricorda Roberto Bertollini, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità presso l’Unione europea. Il terzo filone infatti è quello dei diritti universali e fondamentali, con attenzione alla parità di genere, all’ineguaglianza sociale, al diritto alla salute, con l’intervento della direttrice dell'Oms Margaret Chan. Sul tema dell’inclusione anche un evento di Fondazione Avsi, sugli strumenti che possono aiutare le ong a monitorare le violazioni dei diritti umani.
Il quarto è l'ingresso del settore privato come attore della cooperazione. Quest'ultima non è una novità: "il settore privato fa già molte cose, ora stiamo cercando di coinvolgerlo, soprattutto nel campo dell'energia: lì si possono unire gli obiettivi di business, che hanno le imprese, alle esigenze dello sviluppo, che di infrastrutture ha bisogno per far crescere l'economia", dichiara a Vita.it Klaus Rudischhauser, vice direttore generale della direzione della cooperazione e dello sviluppo alla Commissione europea.
Anche nel settore della tecnologia mobile privati, stati e ong possono incontrarsi: il tema sarà affrontato con eventi dedicati agli Edd, per discutere di come anche in campo agricolo, i telefoni cellulari possono diventare strumenti di sviluppo. Soprattutto in Africa, il primo continente per numero di connessioni alla rete mobile al mondo (+800milioni le sim registrate), ma dove il 63 per cento della popolazione non ha raggiunto i livelli di sicurezza alimentare previsti dagli obiettivi del millennio e l’agricoltura rappresenta il 60 per cento dell’occupazione. Da seguire quindi l’evento organizzato dal Centro tecnico per la cooperazione agricola e rurale (CTA) sul Data revolution in Africa previsto oggi pomeriggio eche vedrà la presenza del direttore del CTA, Michael Hailu.
In Europa almeno l''85 per cento dei cittadini crede sia importante per l'Ue aiutare le persone che vivono nei paesi in via di sviluppo. I due terzi della popolazione sostiene che la lotta alla povertà dovrebbe essere una delle propriorità dell'Unione europea. Non solo. Per farlo, i paesi membri devono aumentare gli aiuti secondo quanto promesso secondo il 52 per cento dei cittadini. Lo dicono i dati dell'Eurobarometro in un rapporto speciale pubblicato per l'anno europeo per lo sviluppo. Con questi numeri l'Unione europea non dovrebbe avere paura a portare avanti le sue politiche di intervento nei prossimi appuntamenti mondiali dedicati alla cooperazione, quello di New York, ma ancora prima, Addis Abeba, in cui si decideranno gli accordi per finanziare gli obiettivi che saranno ratificati a settembre.
Vita è media partner degli Edd Days: seguite l’evento sul sito e su Twitter con l’hashtag #edd2015.
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