Formazione

Al via la Cernobbio del sociale. Quest’anno a Bertinoro si svezza il non profit

Al centro della due giorni, il mercato di qualità sociale. Un mercato che ha grandi aspettative di crescita. Intervista a Stefano Zamagni.

di Francesco Maggio

“Dopo due edizioni di carattere ?fondazionale? dedicate, rispettivamente, al confronto tra modelli di non profit europei e americani e all?impresa sociale, quest?anno con le Giornate di Bertinoro (il 26 e 27 settembre, ndr) affrontiamo un tema molto specifico: il mercato di qualità sociale. Un mercato con grandi prospettive di crescita, ma ancora, per molti aspetti, sconosciuto”. Per Stefano Zamagni, economista dell?Università di Bologna e presidente del comitato scientifico di Aiccon, l?idea che sia possibile inserire una dimensione sociale nel mercato è destinata sicuramente ad affermarsi, “a patto che” puntualizza, “vengano superati alcuni ostacoli, innanzitutto di ordine culturale”. Vita: Professore, quali sono questi ostacoli? Stefano Zamagni: Fondamentalmente due: c?è chi ritiene che la dimensione sociale vada inserita ?dentro? al mercato prima, come se si trattasse di un male necessario, di qualcosa di cui non si può fare a meno ma che comunque rimane un male. Una posizione politicamente riconducibile, se vogliamo, alla sinistra più o meno estrema. All?opposto ci sono i cosiddetti neoliberali o buonisti, che pensano che la dimensione sociale arrivi dopo il mercato. Questi dicono: lasciamo agire il mercato liberamente e solo dopo vi diamo una ?spruzzatina? di sociale. La tesi che io sostengo, invece, è che il sociale debba e possa entrare ?di diritto? nel mercato per civilizzarlo, per raggiungere obiettivi di natura sociale. A patto che si creino i mercati di qualità sociale. Vita: Come? Zamagni: Noi oggi abbiamo mercati di ogni tipo, manifatturieri, finanziari, eccetera, tranne che relativi ai servizi alla persona. Con il risultato che molti servizi, per i quali esistono potenzialmente le risorse per soddisfarli, non vengono prodotti. Allora bisogna agire su tre fronti: il settore pubblico deve finanziare i portatori di bisogno per trasformare la domanda potenziale in domanda effettiva. L?ente pubblico deve provvedere all?accreditamento dei soggetti che costituiscono l?offerta. Terzo, questi soggetti, profit e non profit, devono entrare in competizione, una libera concorrenza che abbatte i costi e migliora la qualità. Vita: E il non profit è in grado di reggere la competizione? Zamagni: Per buona parte sì, ma anche qui devono agire tre leve: la formazione e la preparazione degli operatori; un mercato finanziario ad hoc che svezzi le organizzazioni senza fine di lucro dalla ?mamma? rappresentata dalle commesse pubbliche. Infine, un ordinamento giuridico che sappia interpretare le dinamiche sociali in corso. è inconcepibile che da 15 mesi langua in Parlamento il disegno di legge delega sull?impresa sociale. Vita: Cosa si aspetta dalla terza edizione delle giornate di Bertinoro? Zamagni: Le ?giornate? sono un?occasione preziosa di dibattito a tutto campo sullo stato di salute del Terzo settore. Quest?anno mi aspetto la proposizione di interventi concreti in sanità, assistenza, formazione. Ma soprattutto mi aspetto il buon esempio Vita: E che cos?è? Zamagni: Le rispondo, appunto, con un esempio: mettiamo che io vada a fare la spesa alla Coop e invece di ricevere punti per un premio fedeltà ricevessi un buono che mi dia diritto a fruire di alcuni servizi sociali. Le organizzazioni potenziali beneficiarie del mio buono, per convincermi ad essere scelte, entrerebbero in concorrenza tra di loro, migliorando la qualità dei servizi offerti. Dal canto suo la Coop, attraverso tale iniziativa otterrebbe un duplice beneficio: attuerebbe una politica riconoscibile in fatto di responsabilità sociale d?impresa e fidelizzerebbe ulteriormente il cliente. Sarebbe una rivoluzione?.


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