Famiglia

Al via il progetto “Città come casa: la domiciliarità globale”

Cinque associazioni in campo per dare risposte ai bisogni della terza et

di Redazione

Superare i tradizionali modelli di assistenza domiciliare per cercare risposte nelle reti di relazioni e riportare l’anziano nella comunità di appartenenza. E’ l’obiettivo del progetto “Città come casa: la domiciliarità globale” (Area Anziani), progetto proposto dalle associazioni Auser Volontariato Polesine, Anteas Provinciale, Centro Documentazione Polesano, Avis, Cada di Adria e finanziato dal Centro di Servizio per il Volontariato nell’ambito delle coprogettazioni 2007/2008 (area “Anziani”). “Con questo progetto intendiamo mettere in moto un meccanismo diverso – spiega in un comunicato il presidente dell’Auser Vani Franceschi – chiedendoci cosa può offrire la città agli anziani, in termine di prevenzione, assistenza, ma anche tempo libero. In una prima fase si intende ragionare sui problemi e i bisogni, poi definire un programma di interventi in accordo con gli enti locali”.
“Il progetto – aggiunge il presidente dell’Anteas provinciale Carlo Cibotto – opera nello spirito della legge 328 sui piani di zona, che chiede ai Comuni di collaborare con il volontariato, ad esempio offrendo formazione e favorendo il rinnovamento dei volontari”. Sono previsti cinque cicli di incontri formativi dedicati al volontariato, agli anziani e alla famiglia. Ogni ciclo sarà composto da sei incontri di tre ore, rivolti a volontari, badanti, famiglie e cittadini. Il progetto è esteso nel territorio dei Comuni di Bergantino, Lendinara, Rovigo, Villadose, Ceregnano, San Martino di Venezze, Rosolina, Porto Viro, Porto Tolle, Adria, Corbola, Ariano nel Polesine, Taglio di Po, includendo Ipab e Centri Servizi Polivalenti.


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