Non profit

Al via il progetto BSolidale

Il caso scuola del Pescara e del Modena. La serie cadetta sperimenta un nuovo calcio. Anteprima da VITA

di Luca Corsolini

In principio fu “Il Pescara ai pescaresi”, titolo del progetto per una nuova società di calcio preso a prestito dalla realtà: nel campionato 2008/2009 l’associazione “Pescara siamo noi”, formata da tifosi, accompagnò la squadra sino alla fine della stagione facendosi carico delle spese per trasferte, lavanderie e altro che il club trascurava volutamente. Quest’anno, tocca a “Il Modena ai modenesi”.

«Il Comune», ricorda il presidente Maurizio Rinaldi, «si è impegnato per evitare che il calcio facesse la fine di altre realtà vicine, ad esempio a Mantova dove la squadra è fallita. Ha chiamato a raccolta il territorio e gli imprenditori del posto chiedendo un impegno, ha spiegato che avere una squadra è un’esigenza di tutta la città, ed eccoci qui. Dodici imprese raccolte in una srl che abbiamo chiamato Ghirlandina Sport, perché i simboli hanno un loro peso, due professionisti esterni e il Modena Sport Club, una cooperativa di 250 soci, costituita di fatto dai tifosi».

Alla riscoperta delle radici
Pescara, Modena: la serie B abita in città di queste dimensioni. In ogni campionato ci sono, di passaggio, quando gli va bene, le grandi, come quest’anno il Torino, la Sampdoria, il Bari, magari si può aggiungere il Brescia, ma per la B, anzi per la Bwin, come si chiama il campionato, la ricchezza è proprio il territorio. Lo spiega bene Paolo Bedin, direttore generale della Lega di serie B: «Dobbiamo riscoprire, e non subire, il rapporto con le nostre città; dobbiamo ritrovare quell’identificazione tra comunità e squadra che era naturale qualche anno fa. Oggi invece i ragazzini diventano tifosi delle grandi squadre, e solo dopo scoprono il club di casa loro. Dovrebbe essere il contrario. Per questo i casi di Pescara e Modena sono ancor più da sostenere. Voglio dire: la squadra di calcio in mano a imprenditori del posto, e non a una proprietà itinerante, è la garanzia che la prima preoccupazione dei dirigenti diventa la continuità, e con questa l’interpretazione di un ruolo sociale delle squadra che diventa naturale». Questa è la strada da seguire. Non solo BSolidale, ma anche difesa e promozione del territorio.

Torniamo a Modena. La città della Panini che con le figurine fa sognare tutto il mondo, la città che sempre col marchio Panini si è innamorata e continua a esserlo della pallavolo, il capoluogo della Motor Valley emiliana con la vicina Maranello, un posto speciale per il calcio visto che pure il Sassuolo gioca le sue partite interne della Bwin allo stadio Braglia. Ma perché il calcio il calcio in provincia sta tornando ad essere così importante?

Modello Platini
«Oggi una società fatica ad ottenere i ricavi che servono a coprire i costi», ammette Rinaldi, dirigente di quella Cpl Concordia, cooperativa che opera nel settore delle utilities, che ha la maggioranza delle quote di un capitale sociale da 120mila euro, «ma la stessa squadra è la vetrina della città, e può essere un laboratorio. Noi siamo un’avanguardia. Il Modena Sport Club in prospettiva acquisterà sempre più valore: appena toccherà quota mille soci sarà davvero a un passo da quel modello partecipato di gestione che è nei progetti dello stesso Michel Platini, il presidente dell’Uefa». «Adesso i nostri tifosi», continua il presidente, «hanno l’1% delle quote, ma vale di più il loro lavoro per la società: ci hanno dato una mano per la tessera del tifoso, per la vendita degli abbonamenti, immagino saranno i nostri migliori ambasciatori per l’anno prossimo: il 5 aprile 2012 festeggiamo il nostro centenario».

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