Cultura
Al Salone del Libro la “prima volta” di Tiziano Scarpa
Avis è protagonista della rassegna che inzia oggi. L'Associazione infatti presenta il proprio esordio editoriale: il libro “Ogni volta è la prima volta” edito da Marsilio con la prefazione del romanziere. Vita ve la propone in anteprima
Una prima volta tra le prime volte. Si può riassumere così l’esordio editoriale di Avis al Salone internazionale del libro di Torino (presentazione venerdì 13 alle 15,30) con “Ogni volta è la prima volta” edito da Marsilio (5,50 euro). Il libro è nato grazie a un contest con cui l’associazione ha spinto i propri donatori a raccontare le proprie “prime volte”. Tra le centinaia di racconti inviati, la Scuola di Scrittura Creativa di Pordenonelegge ha selezionato i 21 che compongono la pubblicazione. «Vogliamo parlare ai donatori per mostrare come ci siano tante “prime volte” che possono persino spaventarci quando non ci sentiamo in grado di superarle, ma che poi ci regalano emozioni e felicità», spiega il presidente Vincenzo Saturni.
Il libro è introdotto dalla “prima volta” di Tiziano Scarpa.
Donazione del sangue, la mia prima volta
È la prima volta che penso alla mia prima volta.
Quella che ho vissuto è la più traumatica che si possa immaginare. Non faccio per vantarmi, ma, dopo una prima volta così, io non ho più paura di niente.
All’inizio, io ero un animale subacqueo, vivevo nell’acqua densa, salata, la filtravo attraverso la bocca; ma a un certo punto il mare intorno a me si è rimpicciolito, ha cominciato a starmi stretto, mi ha buttato fuori. Che spavento! Boccheggiavo, credevo di morire, dentro di me è entrata una sostanza leggera, pensavo che quel gas mi avrebbe intossicato, e invece è dilagato in petto, e ha inventato il mio respiro. E quando l’ho spinto fuori dalla bocca si è trasformato in una cosa inaudita, mai sentita prima: un grido! La mia voce mi faceva un’impressione… Più la sentivo e più gridavo per la paura di gridare.
Vivere consiste nel dimenticarsi la sorpresa delle prime volte.
Io, prima, ero due. Ero un corpo-piccolo insaccato in un Corpo-Più-Grande. Stavo al caldo, e il mio Io-Più-Grande portava in giro il mio io-più-piccolo dentro un marsupio sigillato, c’era un paesaggio morbido che mi pulsava tutt’intorno, tu-tum, tu-tum, tu-tum.
Poi mi sono ritrovato fuori, sono rimasto solo. È brutto essere soli. Fisicamente soli. Stare dentro la propria pelle, e basta. È bello mescolarsi: scambiarsi parole, far entrare in me i discorsi degli altri. Ascoltare le loro musiche. Darsi dei baci. Abbracciarsi. Accostare una mano al petto di qualcuno, sentire i suoi battiti.
Ho deciso che regalerò un po’ di me. Voglio entrare nel cuore degli altri, scorrere dentro di loro, essere il colore che arrossa le loro guance quando sono emozionati, la forza che pulsa dentro di loro quando sono felici di essere vivi.
Tiziano Scarpa
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