Cultura

Al Pirellone una mostra sull’estetica del lavoro

Esposti i lavori dello scultore milanese Giorgio Galletti. Fino al 30 gennaio 2012

di Gabriella Meroni

Il lavoro. Quello che non c’è. Quello che i giovani cercano, quello che in tanti perdono. E poi il lavoro che c’è. La crisi economica che in questi tempi sembra acutizzarsi ha riportato alla sua essenza il significato della parola lavoro, intesa come impegno dell’uomo a trasformare la materia. È evidente a tutti il disastro cui ha portato una concezione del lavoro senza la materia, di una finanza basata sul danaro virtuale e sull’illusione di poterlo addirittura moltiplicare. Il lavoro, il labor dei latini, è innanzitutto fatica. Non c’è niente che sia comune a tutti come il lavoro. In un tempo difficile come quello presente, in cui il tema del lavoro è scottante, fa bene al cuore incontrare qualcuno che a questa parola dà un significato alto e nobile.

Per ogni artista il lavoro è l’opera che nasce dalle sue mani, attraverso un percorso che lo impegna totalmente, nel progetto e nell’azione. Osservare Giorgio Galletti in azione, vedere le sue opere e sentirlo parlare è il modo migliore per comprendere che significato egli dà alla parola “lavoro”. C’è tutta la fatica, il “travaglio”, del passare dall’idea alla forma, ma c’è anche una stima profonda del lavoro proprio e degli altri, un’etica del fare che tiene conto con realismo di ogni passaggio del processo produttivo.

Questa mostra, organizzata dall’Associazione Don Luigi Bonanomi, sodalizio culturale di Muggiò, città in cui risiede e opera Galletti, ci presenta una storia tutta lombarda, il cui protagonista è uno scultore che attraversa almeno due tra gli ambiti più significativi della storia della scultura a Milano. La frequentazione del cantiere del Duomo che forma un ragazzino di quattordici anni e gli fa scoprire la vocazione all’arte, e la storica fonderia Battaglia, tappa d’obbligo di ogni scultore che abbia lavorato a Milano, dove conosce Messina. Galletti è uno scultore che conosce bene le tecniche del suo lavoro, capace di seguire ogni passaggio della fusione in bronzo. Ed è anche artista di grande inventiva iconografica, che sa interpretare la tradizione e darle forma originale.

La mostra

Sezioni:

• Nello studio dell’artista – Lavorare la materia

• Forma generata, forma generante – I ritratti, le figure, la maternità

• Il lavoro

• Il sacro: temi e testimoni – Rinnovare l’iconografia; gli apostoli del nostro tempo

• Grandi opere per la comunità – Portali monumentali; segni di memoria

L’artista

Giorgio Galletti, scultore di valore, schivo e poco avvezzo alle celebrazioni della sua arte, è nato a Desio nel 1934 e ha la sua prima formazione artistica dal padre Angelo, capo dei marmisti della Fabbrica del Duomo. La Fabbrica ha al suo servizio un esercito di scalpellini in grado di realizzare ogni tipo di lavorazione del prezioso marmo di Candoglia, che dal 1389 forniscono il materiale necessario per la costruzione, la decorazione e la riparazione del Duomo di Milano.

È proprio al cantiere del Duomo che i primi lavori di Galletti colpiscono lo scultore Malerba, che indirizza il giovane Giorgio all’accademia di Brera. Qui conosce gli scultori Marchini, Soli e Paiella, artisti legati alla figurazione. Sarà fondamentale il suo incontro con Francesco Messina alla Fonderia Battaglia, un altro istituto cardine della storia artistica milanese. Giorgio Galletti vi lavora come rifinitore dei modelli in cera e Messina gli chiede di collaborare con lui, vista la sua capacità che va ben oltre la tecnica. Inizia così un sodalizio artistico e umano, un legame maestro-allievo che diventa anche un rapporto tra padre e figlio. La collaborazione tra i due ha alcuni momenti significativi nella realizzazione di due celebri opere di Messina: la grande scultura del Cavallo morente per la RAI di Roma e la statua di Pio XII in Vaticano. Tra le numerose opere di Galletti presenti nelle collezioni private, nelle chiese e nelle piazze italiane ricordiamo la statua di Giovanni Paolo II a Varsavia e il busto di S.S. Benedetto XVI nella nunziatura apostolica di Berlino.

Giorgio Galletti – L’estetica del lavoro

A cura di Grazia Massone

Spazio Eventi Grattacielo Pirelli – Palazzo della Regione

Via Fabio Filzi, 22, Milano

15 novembre 2011 – 30 gennaio 2012

ORGANIZZAZIONE Associazione don Luigi Bonanomi (Muggiò – Milano)

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