Il tempo libero dei ragazzi

Al nuovo oratorio non servono i muri

Hanno ancora senso oggi gli oratori? Spesso sembrano ormai solo strutture vuote o tuttalpiù che ospitano attività. Gli oratori però stanno vivendo una nuova fase, che non passa dalle mura di una struttura ma dalle relazioni. Le esperienze di Reggio Emilia e Sanluri

di Rossana Certini

Il campo da calcio, la panchina, il calcetto, il doposcuola, il bar… In realtà oratorio è dove c’è una comunità cristiana capace di mettersi in ascolto, offrire degli spazi di dialogo e camminare al fianco dei ragazzi: «A fare l’oratorio è il desiderio di una comunità adulta di farsi educante e attivare tutto ciò che serve per accompagnare la vita delle giovani generazioni», spiega don Carlo Pagliari, referente pastorale giovanile della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. «Negli ultimi anni come diocesi abbiamo lavorato per provare a ripensare questi luoghi che ormai erano diventati, spesso, solo delle strutture all’interno delle quali si svolgeva un programma di attività come il doposcuola, i corsi di teatro, musica e le attività sportive. Invece, l’oratorio è innanzitutto una modalità che guarda al destino dei ragazzi. È uno stile educativo che parla alla persona in modo integrale».

La profezia dell’oratorio: un sogno da costruire

È così che l’Ufficio catechistico di pastorale giovanile di Reggio Emilia nel 2016 ha avviato il progetto sperimentale “Levare gli ormeggi” rivolto ai pre-adolescenti: un progetto che ha dato il via al cambiamento di prospettiva del lavoro degli educatori e messo al centro i ragazzi. Si è aperto poi un confronto con le diocesi di Milano, Parma e Torino che ha portato alla riprogettazione della figura dell’educatore che, grazie a un percorso di formazione, è diventato consapevole del suo ruolo di guida dei ragazzi.

La profezia dell’oratorio: un sogno da costruire (disegno realizzato da Francesco De Benedittis)

«Tre sono i punti fondamentali della nostra nuova visione diocesana dell’oratorio», prosegue don Carlo: «Centralità della persona, che cresce in un percorso vocazionale; l’oratorio come stile educativo; la comunità educante soggetto della pastorale. Abbiamo pensato di esplicitare questa nostra visione non in un documento ma in un disegno intitolato La profezia dell’Oratorio: un sogno da costruire, che raffigura l’oratorio come una casa fatta di persone diverse, di età diverse, di vocazioni diverse, con competenze, ruoli e linguaggi diversi. Ci sono giovani e anziani, famiglie e consacrati, allenatori e catechisti, educatori e cuochi, scout e sacerdoti, baristi e volontari del cortile».

Gli oratori spesso sono diventati delle strutture all’interno delle quali si svolgono attività: il doposcuola, i corsi di teatro, le attività sportive. Invece l’oratorio è innanzitutto una modalità che guarda al destino dei ragazzi

don Carlo Pagliari, pastorale giovanile diocesi di Reggio Emilia e Guastalla

L’esperienza sarda dell’oratorio di Sanluri

Una comunità educante è anche quella che sta crescendo a Sanluri, un comune nella provincia del Sud della Sardegna dove abitano circa 8mila persone. Qui l’Istituto delle Figlie di Maria ausiliatrice, la parrocchia Nostra Signora delle Grazie e l’associazione Vides Auxilium hanno scelto di lavorare insieme dando vita a una realtà educativa giovanile che ha come punto di riferimento l’oratorio ma che è capace di aprirsi al territorio mettendosi in rete con altre realtà dalla biblioteca comunale, alle scuole pubbliche, alle case famiglia, fino alle residenze per anziani “Madre della Divina Provvidenza” di Sanluri e “Anna e Gioacchino” di Villacidro.

«L’attivazione della rete ha permesso di ampliare l’offerta di attività per i ragazzi», spiega suor Cristina Mezzanotte, responsabile dell’oratorio, «per esempio grazie alla collaborazione con la biblioteca comunale una o due volte al mese portiamo i bambini dei due gruppi di impegno delle elementari ad ascoltare le letture animate. Prima in oratorio, tutti i sabati, facciamo con loro dei cammini tematici legati alla crescita: dal bullismo al saper gestire le emozioni fino a come si costruisce una sana amicizia. Poi l’ultimo sabato del mese andiamo in biblioteca dove la bibliotecaria Patrizia Congia ci legge delle storie sul tema del mese».

Laboratorio di meccanica (foto oratorio di Sanluri)

L’oratorio di Sanluri è aperto tutti i giorni grazie alla presenza di diverse équipe, composte sia da volontari che da giovani assunti tramite progetti che garantiscono continuità alla proposta educativa e la possibilità, per i bambini e i ragazzi, di avere sempre figure di riferimento competenti. Quest’anno grazie a tre operatori dell’associazione Vides Auxilium e alla presenza di un educatrice professionale è stato possibile dare continuità al doposcuola, attivo cinque pomeriggi a settimana; alla Comunità animatori dei giovani delle superiori; ai diversi laboratori, tra cui meccanica e chitarra; ai tre gruppi di impegno: Minions, Junior e Punto accessibile al bene. Quest’ultimo – spiega suor Cristina – «prende il nome un’idea di don Bosco secondo cui in ogni giovane c’è un punto accessibile al bene e il primo dovere dell’educatore è di cercare questo punto».

Don Bosco secondo cui in ogni giovane c’è un punto accessibile al bene e il primo dovere dell’educatore è cercare questo punto

suor Cristina Mezzanotte, responsabile dell’oratorio di Sanluri

Alla costruzione di un oratorio capace di essere comunità partecipano anche i genitori, gli stessi ragazzi e l’associazione delle ex allieve che offrono gratuitamente il loro tempo per rendere l’oratorio un luogo vitale in cui i valori umani e cristiani sono trasmessi in modo esperenziale. Fulcro di tutte le attività è il cortile, sempre aperto, dove chiunque può giocare in totale sicurezza grazie alla presenza di un adulto pronto ad ascoltare, proporre e animare le attività.

Natale 2023: giovani animatori dell’oratorio di Sanluri in vacanza a Milano con suor Cristina (foto oratorio Sanluri)

«Il nostro oratorio è proprio all’interno del borgo medioevale di Sanluri», racconta suor Cristina, «dove ogni anno l’amministrazione comunale e la Pro Loco organizzano una grande festa per rivivere tutte le tradizioni e gli antichi mestieri del luogo. L’oratorio, insieme a tutte le associazioni del territorio, partecipa attivamente a questo evento con i giovani che prendono parte all’allestimento della festa, sia proponendo giochi antichi per i più piccoli, sia preparando la merenda per i “visitatori” grazie al buonissimo pane Civraxu offerto dal comune e preparato dagli animatori».

Suor Cristiana sottolinea come «l’esserci messi in rete consente, soprattutto ai ragazzi dai 12 anni in su, di sentirsi parte di un progetto più grande perché possono partecipare ad attività, campi, fine settimana anche fuori dalla realtà di Sanluri. Esperienze che senza la rete non avremmo potuto offrire. Per esempio, l’essere un oratorio che porta avanti lo spirito del carisma salesiano permette ai nostri ragazzi di partecipare alle attività del Movimento giovanile salesiano, sia regionali che nazionali, avendo l’occasione preziosa di confrontarsi con altri coetanei che respirano lo stesso carisma. Così come sentirsi radicati all’interno della parrocchia permette di coltivare un forte spirito di appartenenza alla realtà diocesana e quindi di intessere relazioni con realtà diverse dello stesso territorio». Infine, conclude suor Cristina, «quest’anno abbiamo lavorato anche con l’Ordine francescano secolare e abbiamo avuto l’occasione di incontrare i giovani della Gioventù francescana di Samassi e i Focolarini di Cagliari».

VITA Inchieste, Il tempo libero dei ragazzi, puntata 5 – continua

Nella foto di apertura i ragazzi dell’oratorio di Sanluri con suor Cristina Mezzanotte

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.