Welfare

Al minorile, in torneo

Storie. Da quattro anni Uisp e Aics sono impegnati negli istituti di pena

di Pasquale Coccia

Lo sport è per tutti, compresi i ragazzi al di sotto dei diciotto anni reclusi negli istituti di pena minorili. L?impegno dell?associazionismo sportivo va ben oltre i campi di calcio e di pallavolo della provincia e delle periferie metropolitane, arrivando a toccare anche le carceri. Lo scopo dell?iniziativa è quello di ribadire che il diritto allo sport riguarda anche loro, quei ragazzi e quelle ragazze, in maggioranza Rom ed extracomunitari, che convivono quotidianamente con la microcriminalità e che si trovano a dover scontare pene per reati ai quali spesso sono stati obligati dagli adulti.

Il protocollo di intesa tra l?ufficio centrale Giustizia minorile cultura e sport e gli enti di promozione sportiva come l?Associazione italiana cultura e sport (Aics) e l?Unione italiana sport per tutti (Uisp), ha l?intento di facilitare la socializzazione attraverso lo sport. A partire dal 1993 l?Uisp e l?Aics sono impegnati negli istituti di pena delle grandi città del nord, dove si registra una prevalente presenza di minori. Nel progetto dell?Uisp sono coinvolte ben venti città, mentre in quello dell?Aics sette, grazie alla professionalità di centinaia di persone.

L?impegno dell?Uisp e dell?Aics comincia a dare i primi risultati.

Per esempio, è emblematica la storia di H., un ragazzo minorenne marocchino senza permesso di soggiorno e dedito allo spaccio di droga nel centro storico di Genova. Dopo l?uscita dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, l?Uisp è riuscita a trovare un impiego ad H. in un maneggio, in qualità di addetto alle pulizie. In un secondo tempo gli viene affidata anche la gestione dei cavalli con buoni risultati. Ad oggi H. usufruisce di una borsa di lavoro, ha il permesso di soggiorno e soprattutto non è più uno dei tanti ragazzi invisibili dei ?carrugi? di Genova.

Anche ad Airola, in provincia di Benevento, l?impegno assiduo degli operatori sportivi dell?Aics, ha fatto sì che l?istituto di pena minorile di quel paese aprisse i suoi impianti sportivi a ragazzi non reclusi, caso unico in tutta Europa. Ad Airola sono detenuti 57 ragazzi, molti dei quali provengono dalle file della camorra, che devono scontare pene dai 7 ai 15 anni. Ebbene: numerose squadre esterne partecipano quotidianamente ai tornei di calcio e di pallavolo che si svolgono all?interno del carcere. E anche i ragazzi reclusi prendono parte alle iniziative sportive esterne, che si tengono nel circondario.
Nel 1995, per esempio, undici ragazzi hanno partecipato alla marcialonga di Telese, sempre in provincia di Benevento, e all?edizione di quest?anno hanno preso parte ben ventuno ragazzi.

L?impegno degli operatori dell?Aics, si estende anche alle città di Treviso, Firenze, Torino, Bologna e L?Aquila. Alcuni minori sono diventati anche arbitri di calcio e vengono utilizzati in numerosi tornei promossi dall?Aics. Lo sport, tuttavia, non basta: può essere un inizio, purché poi si offra a questi ragazzi anche un lavoro.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.