Formazione
Al “liceo del lavoro” si studia in inglese
Volete fare gli artigiani? Imparate le lingue. Così alla scuola professionale Oliver Twist di Como già dal primo anno le lezioni di scienze, storia e informatica si svolgono in inglese
di Redazione
Con la fame di made in Italy che ha il mondo, per gli artigiani che attraverso prodotti di qualità alimentano l'export non posono non sapere l'inglese. Un ritornello che si ripete nelle decine di convegni sulla formazione e sulla crescita professionale dei ragazzi italiani, ma che poi puntualmente rimane nel cassetto.
A rompere gli indugi, e a far fare il salto di qualità – e di apertura al mondo – a un istituto professionale è la Scuola Oliver Twist che, dal 2004, qualifica professionalmente centinaia di giovani in tre indirizzi: Legno, Tessile e Sala Bar e che offre un percorso individualizzato a decine di giovani che avevano abbandonato la scuola, i cosidetti drop-out, attraverso il Liceo del lavoro.
«Il nostro obiettivo», spiega il preside Alessandro Mele, «è passare tutta la didattica all'inglese entro i prossimi due anni. Non si tratta di un nostro ghiribizzo, è il mondo intero che va in questa direzione e noi che vogliamo formare giovani artigiani e addetti, capaci di stare su mercati sempre piu globali e sempre più competitivi, dobbiamo andare in quella direzione».
Per prepare la svolta, la Scuola Oliver Twist ha assunto da un anno un'insegnate di madre lingua, una docente australiana che, oltre ad insegnare agli studenti, ha tenuto corsi di inglese per tutto il corpo docente, 60 insegnanti, col metodo Content language integrated learning- Clil, che consente di apprendere una lingua straniera svolgendo, in quello stesso idioma, un'altra disciplina.
E sull'inglese verteva buona parte dell'ultimo Campus estivo, il periodo formativo cui gli insegnanti partecipano in giugno e luglio, quando le lezioni sono terminate. Non solo: a fine agosto, 16 docenti hanno partecipato a una full immersion conclusiva a Dublino, presso la rinomata Emerald school of english.
Infine, per incentivare l'utilizzo della lingua, il bar della scuola, quello gestito per le esercitazioni dagli studenti dell'indirizzo Sala Bar, da quest'anno scolastico si trasformerà in una "english only zone", ovvero in una zona dove si parla solo in lingua. «Si potrà ordinare un cappuccino o una bibita ma solo in inglese», spiega ancora il preside, «così come chi, dall'altra parte del banco, li servirà dovrà esprimersi in lingua».
E presto sarà diffuso un invito ai molti studenti stranieri della sede comasca del Politecnico, che è a pochi minuti dalla scuola professionale: chi si recherà al bar Scuola Oliver Twist a parlare in inglese avrà il caffé pagato.
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