Cultura

Al Jazeera in redazione

Dopo l’International Herald Tribune e il New York Times, anche Al Jazeera in visita ci è venuta a trovare

di Martino Pillitteri

Occhi puntati su Yalla Italia. Questa volta a interessarsi del primo mensile dedicato alle seconde generazioni in edicola con Vita magazine è stata la nota emittente del Qatar: Al Jazeera.

In Italia per girare un documentario sulle 2G nel nostro paese, una troupe di Al Jazeera ha immortalato le battute, le provocazioni e i ragionamenti delle protagoniste dell’inserto sulle seconde generazioni che Vita pubblica mensilmente.
Tra Al Jazeera e Yalla Italia ci sono delle affinità. Non ci riferiamo al background arabo degli anchor dell’emittente e delle redattrici  del nostro mensile. Pur con mezzi, modalità ed impatti diversi nei confronti dell’opinione pubblica, sia Al Jazeera che Yalla Italia hanno spezzato un flusso di comunicazione a senso  unico, ovvero, «quella in cui c’è» come ha scritto lo scrittore libanese Amin Maalouf (vincitore del premio Prix Mediterranèe nel 2004) «da una parte chi trasmette e dall’altra chi riceve; da una parte coloro che sono convinti che il resto del mondo non possa insegnare loro nulla, dall’altra coloro che sono persuasi che il mondo non vorrà mai ascoltarli».

Oltre a contrastare il trend degli agenti dei mass media a senso unico, l’esperienza di Yalla Italia ha anche dimostrato che la ricchezza di certi processi sociali che accompagnano il percorso identitario delle 2G e il processo di integrazione degli immigrati nel nostro tessuto sociale ed economico, è  per la maggioranza dei casi l’opposto delle sentenze emesse dal discorso dei media  e della politica.

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