Non profit

Al G20 Sacconi difende il modello italiano di protezione sociale

Ora, aggiunge, occorre mettere mano alla formazione

di Redazione

Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha partecipato ieri alla prima sessione del vertice dei ministri del Welfare del G20 convocata a Washington dal presidente Obama, dedicata a “Creazione, mantenimento di posti di lavoro e protezione sociale”. Nel suo intervento, Sacconi ha illustrato il sistema italiano di protezione sociale che il governo ha rafforzato per fronteggiare la grande crisi globale e garantire la coesione sociale. Il sistema, fondato sulla cassa integrazione e sui contratti di solidarietà, ha permesso, sottolineato dal ministro, la conservazione dei rapporti di lavoro e, in larga misura, il mantenimento della base occupazionale e produttiva del Paese. «È stato esaminato il caso italiano, come quello tedesco, e il giudizio che è emerso è che si tratta di buone pratiche in grado di tutelare l’occupazione nel contesto della grande crisi. In particolare» – ha osservato Sacconi – «sono stati lodati i contratti tedeschi sulla riduzione d’orario e i nostri contratti di solidarietà e la cassa integrazione. Tutti strumenti che hanno contribuito a tenere collegati i lavoratori all’impresa, anche in un momento in cui c’è un forte calo di produzione. In questo modo, l’Italia e la Germania hanno tutelato una certa continuità nei rapporti di lavoro, cercando di ridurre l’impatto sociale della depressione economica e difendere la coesione sociale. A queste buone pratiche ora bisogna aggiungere la buona formazione da realizzare tutti assieme, nel confronto tra governo, regioni e parti sociali». Il ministro ha annunciato che «appena saranno definite le nuove giunte», convocherà le Regioni per «attuare concretamente l’intesa sulla formazione firmata prima del voto». «È necessario passare immediatamente da una formazione per materie nell’ambito scolastico, in aula, a una per competenze, per mestieri, in una situazione lavorativa.

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