Cultura

Al farmaco donato è giusto far l’ esame.

Troppe, inefficaci e a volte anche scadute. Inviare le medicine ai Paesi che ne hanno bisogno è utile se si osservano alcune regole. Quelle stabilite dall' Oms

di Redazione

Donazioni internazionali di farmaci? Ben vengano, purché fatte con criterio e, soprattutto, seguendo le linee guida elaborate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con il contributo di numerose organizzazioni umanitarie e di singoli esperti. Una problematica resa quanto mai attuale dopo il recente conflitto bellico nei Balcani, e discussa nel corso del convegno “Le donazioni di farmaci: un patto di solidarietà”, organizzato il 3 dicembre dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano.
«Da sempre le donazioni sono incentrate sul rifornimento di medicinali, nella convinzione che i farmaci sono il principale mezzo per curare le malattie e che, in particolare, in condizioni di emergenza queste aumentano e ve ne è dunque una maggiore necessità», ha spiegato il professor Maurizio Bonati, dell’Istituto Mario Negri. «Purtroppo non sempre questo corrisponde a realtà: le malattie sono tante, differenti, e ciascuna necessità di un’appropriata cura. I bisogni di farmaci e di aiuti, inoltre, differiscono da situazione a situazione». Di qui la necessità di osservare regole precise nel momento in cui si decida di inviare medicinali in zone colpite da guerre o disastri naturali. Molti farmaci arrivano a destinazione già scaduti, tanti altri invece sono inviati in quantità eccedente, con relativi problemi di smaltimento. Errori che, in teoria, non dovrebbero più essere commessi.
Dopo un lungo iter durato quasi un ventennio, infatti, l’Oms nel 1996 ha approvato le linee guida per le donazioni internazionali di farmaci. Quattro i principi fondamentali che hanno portato alla stesura dei dodici articoli: innanzitutto le donazioni devono essere utili per il destinatario e devono rispettarne i desideri, l’autorità, la politica farmaceutica e locale. Non è accettabile il doppio standard di qualità: se il farmaco non è utilizzabile nel Paese donatore, analogamente non deve esserlo in quello del destinatario. Infine è indispensabile che donatore e destinatario comunichino, cosicché i farmaci non siano inviati se non in risposta ad un bisogno espresso. S.Ol.

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