Famiglia
“Al di sotto della legge” un saggio dai toni noir
Un "ragazzo di Genova" e un poliziotto di lungo corso, una conversazione non rituale per parlare di polizia e democrazia. Un libro di Luigi Notari con Mauro Ravarino
Non fosse un saggio potrebbe essere un romanzo noir che racconta il passato, il presente ed il futuro della Polizia Italiana. Mauro Ravarino, giornalista de il manifesto, e Luigi Notari, poliziotto in pensione che ha attraversato tutta la parabola del suo Corpo, raccontano in un dialogo serrato l’evolversi del rapporto tra il cittadino e chi detiene il monopolio delle forza in Italia.
Un confronto da posizioni per molti aspetti opposte, a volte spigoloso, che trae spunto da avvenimenti legati alla cronaca: Uno bianca, Genova 2001, Brigate Rosse, i casi Aldrovandi e Cucchi. Il tutto con lo sfondo della Riforma democratica del corpo di Polizia del 1981: un percorso all’avanguardia al tempo, ma che ora appare abortito sotto l’incedere di una inesorabile restaurazione. Una riforma con il tempo disattesa, che ha portato a una distanza sempre maggiore tra gli uomini in divisa e la cittadinanza anche a causa di varie scelte politiche, come l’eliminazione della leva obbligatoria e l’americanizzazione dell’addestramento degli uomini.
Le pagine scritte da Ravarino e Notari quindi sono uno spaccato che probabilmente non piacerà a buona parte del Corpo di Polizia. Perché esce un quadro fosco, con ampie nuance autoritarie e autoreferenziali. Certo si dirà che un libro così sulla Polizia è in sé un segnale di trasparenza democratica e quindi di speranza. Indubbiamente è un libro coraggioso che esce dal coro.
Allo spaccato che i due tratteggiano, è ipotizzabile che la Polizia, chi in buona fede e chi no, risponderà con il teorema delle “mele marce”. Ma paradossalmente, il quadro che si evince al termine della lettura è simile ma opposto: un cesto di male marce in cui ogni tanto spunta qualche frutto non ancora intaccato. Il libro di Ravarino e Notari necessiterà di ampio confronto fra addetti ai lavori, se non vuole rimanere fermo sul blocco di partenza: la denuncia di un mondo ambiguo e, per molti versi, inquietante.
Genova 2001 è ancora una ferita che brucia e nonostante le scuse dell’ex capo della Polizia Antonio Manganelli continuano le polemiche tra i vari apparati dello Stato. Notizia di qualche tempo fa è infatti la richiesta dell’attuale capo della Polizia Alessandro Pansa al ministro della Giustizia Orlando di “valutare eventuali profili disciplinari” nei confronti del Sostituto procuratore di Genova Enrico Zucca, uno dei magistrati dell’accusa nei processi della Diaz, per un intervento pubblico in cui ha dichiarato che il dopo il G8 di Genova la Polizia non è guarita e che teme “ancora una nuova Diaz”
Il libro, edito dalle edizioni Gruppo Abele, nei giorni scorsi è stato presentato alla Sala Stampa della Camera dei Deputati alla presenza dei due autori.
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