Famiglia

Aiutiamoli a vivere diventa una ong

La svolta verso la cooperazione di una associazione storica dell'accoglienza

di Sara De Carli

La Fondazione “Aiutiamoli  a  Vivere”, nata a Terni, nel 1992 come organizzazione di volontariato impegnata nell’accoglienza dei bambini bielorussi per i soggiorni terapeutici, oggi è diventata una ong. È infatti del 7 giugno 2010 il Decreto del Ministero degli Affari Esteri n. 128/001539/1 che riconosce la Fondazione “Aiutiamoli  a Vivere” come organizzazione non governativa. La Fondazione Aiutiamoli a vivere è la prima realtà del movimento per le accoglienze a trasformarsi ufficialmente in ong.

«Al Convegno del 2006 a Clusone (BG) lanciammo l’idea di trasformare l’organizzazione di volontariato diventata nel frattempo ONLUS in Organizzazione Non Governativa. A Roma, nel dicembre 2007 discutemmo del tema “Da un volontariato spontaneo ad un volontariato consapevole” e l’idea di trasformare l’organizzazione in un’Organizzazione Non Governativa diventava sempre più realtà», ricorda Fabrizio Pacifici, presidente e socio fondatore, che è da oggi presidente anche della ong.

«Ricordo ancora la resistenza, la paura del cambiamento, il forte tentativo di ostacolare tale processo, ma nell’organizzazione cresceva la consapevolezza di essere in grado di ideare e realizzare progetti formativi, educativi e di sostegno oltre la centralità dell’accoglienza del bambino bielorusso». Soprattutto, spiega, «si trattava di dare continuità e una cornice giuridica a quei tanti porgetti  di cooperazione che noi da sempre abbiamo fatto in Bielorussia, in modo particolare nel campo della formazione professionale e dell’inserimento lavorativo dei ragazzi. La Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” è tutto questo ed è per questo che non può rimanere fuori anzi deve assumersi le sue responsabilità e continuare a crescere».

Il modello sperimentato negli anni in Bielorussia, anzi, è stato già “esportato” proficuamente anche in altri paesi: Repubblica Democratica del Congo, Ecuador; Palestina e Brasile «pr un totale di 5 milioni di euro l’anno investiti in progetti, di cui 2/3 in Bielorussia», dice Pacifici. 

Dello stop temporaneo all’accordo per i permessi di studio per i ragazzi bielorussi, criticato nei giorni scorsi da Avib, Pacifici – che fa parte del Comitato Minori Stranieri, che continua ad essere presieduto da Giuseppe Silveri – dice che «è solo uno stop per approfondire ed evitare strumentalizzazioni di un’opportunità molto importante. C’è una terza bozza, elaborata dai tecnici del ministero del lavoro e delle politiche sociali, a cui si sta lavorando», per mediare le evidenti differenze tra la bozza Frattini e quella Prigioni (per approfondire e scaricare le due bozze leggi qui).


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