Economia

«Aiutiamo le donne a realizzare un nuovo progetto di vita»

Caritas italiana a capo del progetto Microcredito di libertà, iniziativa promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha stanziato un fondo di 3 milioni di euro

di Redazione

Un sostegno ad un percorso di emancipazione e crescita professionale e anche di effettiva indipendenza nel quadro di situazioni di violenza domestica e di coercizione. Le risorse finanziarie come elemento necessario, ma non sufficiente, contro la solitudine e la sudditanza delle donne. È un po’ questo il quadro in cui si muove il microcredito di libertà, iniziativa che coinvolge Caritas italiana, 20 Caritas diocesane (una per ogni regione) nella realizzazione di una iniziativa promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha stanziato un fondo specifico di 3 milioni di euro destinato al progetto. L’accordo con Caritas italiana, l’Ente nazionale per il microcredito, l’Abi e la Federcasse è stato siglato due anni fa ma è diventato operativo in questi giorni. Un dato su tutti per riflettere: secondo una ricerca condotta da Episteme nel 2019 e pubblicata con il titolo “Le donne e la gestione famigliare”, il 37% in Italia non possiede un conto corrente. Nel percorso di liberazione delle donne l’elemento indipendenza economica è dunque fondamentale.

La sfida dell'inclusione

«Compagni di viaggio di donne che hanno già fatto un percorso di fuoriuscita dalla violenza». Con queste parole don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, inquadra il ruolo dell'ente all'interno del progetto. «Le accopagniamo in una nuova fase di vita insieme agli altri – spiega – non per fare esami, ma per trovare una soluzione che può passare per il microcredito e altri servizi». Per don Pagniello tuttavia «la sfida più grande è quella dell'inclusione della donna nella comunità». Sì, ma accompagnamento di una donna per quale dove? «Alla scoperta dei suoi bisogni e delle sue risorse anche attraverso percorsi formativi per realizzare un nuovo progetti di vita.

Vittime di violenza, anche economica

«Siamo stati chiamati dal Dipartimento per le Pari Opportunità e parteciperemo con un co-finanziamento – ha spiegato Caterina Boca, responsabile del progetto per Caritas italiana – vogliamo aiutare le donne che sono state vittime di violenza, anche economica. Spesso sono costrette dagli uomini maltrattanti ad intestarsi attività oppure non possono mai aprire un conto, non sono padrone dei soldi e quando lasciano i mariti rischiano di non avere un’autonomia. Spesso la violenza economica le impedisce di avere il ruolo di chi tiene i conti in famiglia. Questo le isola perché non hanno ricevuto una buona educazione finanziaria, non sanno gestire un bilancio familiare, in particolare le donne straniere».

Sarà anche possibile sospendere la restituzione per un periodo per aiutarle ad avere liquidità. Il valore del microcredito, rispetto ai progetti a fondo perduto, è proprio nell’educazione al valore dei soldi e nella capacità di risparmio. Le donne si sentono rafforzate nella consapevolezza di essere capaci di diventare autonome, di pagare un debito, di risparmiare.

Come funziona

Il progetto prevede due percorsi. Il microcredito sociale intende aiutare le donne con un finanziamento di massimo 10 mila euro (garantito per l’80% dal fondo governativo) che può essere utilizzato per corsi di formazione professionale, per le spese di casa o della famiglia. Con il microcredito imprenditoriale (garantito al 100%) si aiutano invece le donne ad aprire un’attività. In questo meccanismo i Centri antiviolenza segnaleranno le donne ai 20 centri di ascolto Caritas selezionati, tra cui Aosta, Vigevano, Vicenza, La Spezia, Frosinone, Terni, Pistoia, Chieti, Ferrara, Pordenone, Potenza, Sorrento, Catanzaro, Conversano e Catania.


Offrire alle donne possibilità lavorative è la chiave per farle uscire da una situazione di subalternità

Daniela Santarpia, presidente di E.V.A. cooperativa sociale

Le banche che hanno aderito

Sui 3 milioni di euro del fondo, 50 0mila saranno utilizzati per abbattere i tassi di interesse, in collaborazione con le banche che hanno aderito. Ad oggi sono 14 banche territoriali. Le banche erogheranno i fondi, che passeranno dal Dipartimento per le Pari Opportunità all’Ente nazionale per il microcredito alle banche.

Abbiamo accolto molto volentieri questo progetto e pensiamo di collaborare. Occorre tuttavia valorizzare nei centri antiviolenza la figura dei tutor

Catia Graziosi, presidente Udi Bologna

La foto di apertura è di Brooke Cagle su Unsplash. Le altre immagini sono da https://fb.watch/lcaE2Fw6n3/

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