Formazione

Aiuti allo sviluppo: le Ong, il 15% di aiuti vada alla cooperazione sanitaria

Azione per la salute globale, rete di pressione formata da ONG tra le quali in Italia Aidos, Cestas e Action Aid, presenta il rapporto ''Allarme salute''

di Paul Ricard

La cooperazione allo sviluppo in Italia affronta una fase di profonda crisi, economica e di strategie, da cui si sta tentando di uscire. L’istituzione di un Vice Ministro con delega alla cooperazione, la presentazione della legge di riforma del sistema di cooperazione e i pochi fondi aggiuntivi stanziati in Finanziaria e la road map tracciata nell’ultimo Documento di programmazione economica e finanziaria appaiono come la possibile inversione di tendenza. E Azione per la salute globale, rete di pressione formata da ONG tra le quali in Italia Aidos, Cestas e Action Aid, con il rapporto ”Allarme salute” presentato oggi a Roma lamenta con il Governo italiano che gli aiuti nazionali dedicati al sostegno agli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite piu’ strettamente sanitari risulta ”ancora debole, sia qualitativamente che quantitativamente”. E gli propone 9 raccomandazioni per invertire rapidamente questa tendenza.

1. 15% DI AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO ALLA SALUTE: E’ necessario aumentare le risorse da destinare alla salute al fine di raggiungere la soglia del 15% di Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS), obiettivo posto dalla Commissione su Macroeconomia e Salute dell’OMS.
2. 0,7% DEL PNL ALL’AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO: E’ indispensabile incrementare le risorse complessive da destinare all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo fino al raggiungimento della quota dello 0,7% del PNL entro il 2015, partendo dal rispetto della road map definita nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2008-2011.
3. RIEQUILIBRARE LA DISTRIBUZIONE DELL’APS TRA CANALE BILATERALE E MULTILATERALE: il Governo italiano deve riequilibrare qualitativamente la distribuzione dell’APS tra il canale bilaterale e quello multilaterale, attualmente con un peso maggiore. Il raggiungimento di questo obiettivo rappresenta un segnale di maggior attenzione verso la complementarita’, la coerenza e il coordinamento delle politiche di cooperazione anche in ambito europeo.
4. PORTARE A TERMINE LA RIFORMA SULLA COOPERAZIONE: E’ necessaria una riforma complessiva della cooperazione allo sviluppo che sia fondata sull’aumento delle risorse e sulla promozione di fattori di qualita’, quali la razionalizzazione della gestione, la semplificazione delle procedure, l’inclusione di nuovi soggetti, la programmazione e la definizione di chiare priorita’ di intervento geografico e settoriale.
5. RAFFORZARE I SISTEMI SANITARI: E’ indispensabile che l’Italia promuova il rafforzamento dei sistemi sanitari nel loro complesso nell’ambito delle iniziative multilaterali e delle organizzazioni internazionali che adottano spesso interventi ”verticali”, mirati al controllo di singole malattie o gruppi di malattie.
6. INTEGRARE LE TEMATICHE DI GENERE IN TUTTI I PROGRAMMI E PROGETTI: E’ necessario rivedere le politiche di genere e di empowerment delle donne, sia da un punto di vista quantitativo, che qualitativo. E’ essenziale integrare le tematiche di genere (gender mainstreaming) in tutti i programmi e progetti finanziati dal Ministero degli Affari esteri e dagli altri attori della cooperazione internazionale e realizzare azioni positive per migliorare la condizione delle donne nei Paesi in via di sviluppo. A tal fine si ritiene necessario che tutti gli attori coinvolti nella cooperazione facciano proprie metodologie e strutture che tengano conto delle discriminanti di genere e delle pari opportunita’, di modo da assicurare un migliore accesso alle informazioni e allo studio delle buone pratiche.
7. RENDERE DISPONIBILI DATI DISAGGREGATI PER GENERE E OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO: Si richiede che la Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo elabori e fornisca dati completi e dettagliati su tutti gli interventi di cooperazione, in particolare in materia di sanita’, in modo da facilitare le ricerche e valutazioni in questo settore e favorire la trasparenza degli interventi. Si sollecita inoltre l’elaborazione e la diffusione di dati ufficiali disaggregati secondo gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e secondo interventi destinati a programmi per l’equita’ di genere, adesso mancanti.
8. CANCELLAZIONE DEI DEBITI: L’Italia dovrebbe portare a completamento le cancellazioni del debito previste dalla legge 209/2000 e dovrebbe assumere un ruolo attivo nell’iniziative volte alla cancellazione dei debiti multilaterali.
9. GARANTIRE STANDARD DI ETICITA’ E TRASPARENZA DEI PARTENARIATI PUBBLICO-PRIVATO: E’ urgente e necessario stabilire i principi base per la definizione dei partenariati pubblicoprivato, con particolare riferimento a criteri di eticita’ e di trasparenza dei partner e alla necessita’ di garantire equilibri geografici. A questo fine, l’Italia deve anche promuovere l’adozione di standard minimi di interazione con il settore privato e in particolare con le organizzazioni della societa’ civile, anche attraverso l’istituzione di uno specifico organo intergovernativo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA