Volontariato

Aiuti allo sviluppo? L’Italia si prende a cuore… la Cina

Scooperation di Paolo Manzo.

di Paolo Manzo

Lotta alla povertà come strumento…
…per migliori rapporti economici o migliori rapporti economici per favorire la lotta alla povertà? È questo il dilemma che sorge leggendo sul Corriere della Sera dello scorso 12 gennaio la notizia che l?Italia dona 250 milioni di euro l?anno alla ?povera? Cina che, tecnicamente, è considerata un Paese in via di sviluppo avendo un reddito pro capite annuo inferiore ai 2.975 dollari. Pechino è il terzo beneficiario degli aiuti italiani dopo l?Iraq e la Nigeria…

L?assemblea delle ong italiane?
?è stata interessante, sempre sabato 12 gennaio, per almeno due motivi. Primo. È stato analizzato un documento di orientamento per modificarne lo statuto entro la primavera 2009. «Era un passaggio dovuto», spiega a Scooperation il presidente dell?associazione Sergio Marelli e, soprattutto, è stato l?inizio di un importante processo che entro massimo un anno vedrà nascere una nuova associazione di tutti i soggetti italiani di cooperazione. Non solo, dunque, le ong come oggi ma anche tutte le altre non profit con tale finalità. «La convergenza è stata unanime», assicura Marelli, «e questa trasformazione ci permetterà di allargare la nostra base sociale e di migliorare i meccanismi di rappresentanza». Le parole chiave saranno dunque: rappresentatività unitaria, inclusione, capacità propositiva (sia politica che culturale), tutela, sostegno e promozione delle ong e delle altre organizzazioni e della loro azione. Secondo. È stato approvato un documento sulla riforma della cooperazione che esprime una posizione abbastanza critica sul testo che attualmente giace in Senato. «L?agenzia così com?è è troppo depotenziata e», continua Marelli, «se questa è la mediazione con l?opposizione, allora non serve a nulla». Rispetto alle critiche fatte lo scorso dicembre e che possono essere sintetizzate con «si tratta solo di un ritocco della vecchia 49/87 e non di un segnale nuovo», a indisporre l?associazione sono i tempi («la riforma doveva passare a settembre») e, a tutto il 15 gennaio, la mancata convocazione dell?associazione delle ong in Senato. C?è stata già l?audizione del direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo della Ue, Stefano Manservisi, e del presidente del Devolopment Assistance Committee dell?Ocse, Richard Manning. «Ma a noi non è stato detto nulla», conclude Marelli.


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