Politica

Aiuti allo sviluppo, adesso si va in comune

Sindaco uscente a La Spezia, Giorgio Pagano coordinerà le iniziative solidali dei Comuni: «Troppa confusione, serve una cabina di regia»

di Redazione

Il Corriere della Sera lo voleva mandare in Africa. Volontario in prima linea in qualche sperduto villaggio del Congo o della Liberia nei panni di un novello Veltroni. In realtà le cose non stanno proprio così.

Il sindaco uscente di La Spezia, Giorgio Pagano, classe 1954, per Wikipedia tra i maggior esperantisti d?Europa, si butta sì negli aiuti umanitari, con probabili trasferte incluse, ma assumendo un ruolo direttivo in Italia. Cronache di giornali a parte, «in verità non sono stato neppure interpellato dal Corriere», tiene a precisare il politico spezzino in quota ai Ds, ha tutta l?intenzione di fare sul serio per il sud del mondo. Nelle scorse settimane infatti si è candidato ad assumere la carica di responsabile dell?Anci, l?associazione nazionale dei comuni italiani, con delega alla cooperazione. Proposta subito accettata dal presidente Leonardo Domenici. Dall?impegno politico, quindi, a quello civile tout court. Una via che Pagano, con sano realismo, ha già imboccato da tempo.

Nelle readici marinare di La Spezia c?è un capitolo di storia traumautico, quello dell?esodo degli ebrei verso la Palestina, in fuga per trovare una patria e chiudersi dietro la porta l?incubo delle leggi razziali. Nel corso del suo doppio mandato come primo cittadino, Pagano ha voluto rinsaldare questo legame con un rinnovato spirito di solidarietà. Oltre alla commemorazioni d?obbligo si è infatti prodigato per stringere un filo bianco di pace nella martoriata area palestinese. Nasce così, con un triplice gemellaggio tra La Spezia- Haifa – Jenin, l?idea che un comune italiano può fare la sua parte andando oltre ai sacchi riso e ai giocattoli inviati per Natale. Zone calde quelle di Haifa e Jenin, dove più che a strette di mano si pensa a campi profughi, vendette e rappresaglie. Invece almeno per un giorno ha vinto l?abbraccio solidale che, se non ha cambiato le sorti del conflitto, ha trasformato il modo di vedere e di pensare del sindaco. Che dice: «Non abbandonerò la mia città. Voglio ancora contribuire allo sviluppo di La Spezia. Ma la mia vita politica da adesso assume un nuovo significato. Non certo meno importante della precedente».

Si comincia con una mappatura della cooperazione vista dai comuni. Non c?è angolo d?Italia, infatti, da cui non partano container di aiuti. Eppure tutto sfugge alle statistiche. «Il monitoraggio servirà ad avere un?accurata conoscenza delle attività del territorio. Perché quello che manca oggi è proprio una cabina di regia che unisca le mille iniziative, per evitare una cooperazione di buone intenzioni e di pessimi risultati».


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