Welfare
Aiutare Haiti con la stampa 3D
A quattro anni dal terremoto, un collettivo di Makers lancia un progetto per insegnare alle comunità locali la stampa in 3D per costruire gli strumenti più difficili da reperire nelle zone di crisi
La stampa 3D sbarca ad Haiti. Si chiama ILab e nasce nel cuore di Port Au Prince la capitale, devastata dal terremoto di quattro anni fa. Promosso dall’iniziativa della non-profit Haiti Communitere, ILab intende facilitare l’accesso agli strumenti medici di base, organizzando corsi in grado di insegnare direttamente ai partecipanti a creare ciò di cui hanno bisogno attraverso la stampa 3D.
“Molto spesso negli ospedali non si hanno le risorse per reperire gli strumenti necessari e riuscire a crearli direttamente sul luogo può essere la soluzione più veloce ed economica”, ha spiegato Ashley Dara, maker, designer ed etnografa tra le fondatrici del laboratorio, in un’intervista a NPR. A Dara l’idea era venuta proprio parlando con un’amica responsabile della gestione di un ospedale nella capitale haitiana, in cui in una notte avevano esaurito tutte le pinze per clampare il cordone ombelicale ai neonati ed erano stati costretti a tagliare i pochi guanti di gomma a disposizione ed usarli come sostituti.
A quel punto però gli infermieri e i medici erano stati costretti a lavorare su pazienti, anche sieropositivi, senza la protezione dei guanti. “E’ stato allora che ho pensato che se solo ci fosse stata una stampante 3D, avrebbero potuto direttamente creare le pinze e continuare a lavorare in sicurezza”.
Grazie alla collaborazione con KidMob, l’organizzazione di San Francisco che utilizza la creatività e il design nella formazione dei più piccoli e nello sviluppo comunitario, ILab ha portato due stampanti 3D a Port Au Prince e ha iniziato ad organizzare corsi di formazione per insegnare alla comunità come disegnare e stampare oggetti semplici ma importanti e difficilmente reperibili. Oltre alla prototipazione rapida, grazie alla partnership con KidMob, tra gli obiettivi del laboratorio c’è anche l’insegnamento dei principi del design per la risoluzione creativa dei problemi.
“Per ora ci stiamo esercitando nella stampa di strumenti molto semplici, usando lo stesso materiale utilizzato per i mattoncini Lego,” spiega Dara, “prima di utilizzarli sulle persone vogliamo essere certi che siano sicuri e che funzionino. Il mio sogno personale è esportare questo modello in Kenya. Vorrei che fossero i ragazzi a cui stiamo insegnando la stampa 3D qui ad Haiti, a portare avanti i corsi di formazione in altri luoghi. Abbiamo obiettivi ambiziosi e molta strada da fare.”
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.