Welfare

Aiuta un hater. Dona un neurone

L'ironica campagna lanciata da Alessandro Cattelan e Bebe Vio dopo che l'atleta paralimpica è stata oggetto di una pagina Facebook che in cui si invitava ad usarle violenza. Dedicata ai disagiati del web

di Lorenzo Maria Alvaro

L'associazione di tutela dei consumatori Codacons si è immediatamente attivata, chiedendo a Facebook di rimuovere la pagina. La Procura della Repubblica di Venezia ha aperto subito un fascicolo. La diretta interessata ha sporto denuncia. È l'esito di un gruppo su Facebook in cui si prendeva di mira Beatrice "Bebe" Vio, schermitrice italiana, campionessa mondiale e olimpionica paralimpica di fioretto individuale, e appena eletta atleta paralimpica mondiale dell'anno. Tutt'altro che uno scherzo divertente però: insulti molto pesanti sui suoi handicap fisici, minacce e proposte di brutalità e abusi sessuali.

«Ho visto la pagina di Facebook che mi prendeva di mira, ora l'hanno cancellata, e devo dire che sono amareggiata e delusa», aveva commentato la schermitrice a caldo. «Amareggiata perché da anni lotto per gli altri e per le cause in cui credo – il mondo della disabilità, lo sport paralimpico, le vaccinazioni per la meningite, le associazioni Onlus e tutto lo stupendo mondo del volontariato – e trovo sbagliato che mi trattino così. Delusa perché mi fanno anche un po' tristezza quelle persone che usano internet per insultare e denigrare gli altri, a prescindere dal motivo per il quale lo fanno».

Bebe Vio aveva anche annunciato battaglia: «Ho appena denunciato gli autori della pagina Facebook che mi prendeva di mira – ha spiegato Bebe Vio – ci vuole una risposta decisa a questi comportamenti».

Ma, al di là delle vie legali, la vera risposta di Bebe è avvenuta in televisione, al fianco di Alessandro Cattelan, nel suo porgramma su Sky.



Una finta pubblicità progresso, con tanto di jingle, in cui ci si appella, con molta ironia, per l'aiuto di «persone più sfortunate degli altri, che nascono con qualcosa in meno e che fanno fatica in ogni momento della loro vita: gli haters». Persone che «non sono in grado di compiere neanche i gesti più semplici».

Una campagna «per l'a-sociale», che si impegna a raccogliere un neurone. Perché «se doni un neurone a un hater hai già raddoppiato il numero dei suoi neuroni».

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