Salute

Aism e Fism finanzieranno le ricerche sulla CCSVI

È l'ultima frontiera della ricerca: il nesso tra insufficienza venosa cerebro-spinale cronica e sclerosi mulitpla. L'impegno di Aism e Fism

di Sara De Carli

L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla segue con particolare attenzione i percorsi di ricerca scientifica in Italia e all’estero sulla CCSVI in rapporto alla Sclerosi Multipla e attraverso la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, si impegna a finanziare e – per tutto quanto necessario – a promuovere le ricerche di approfondimento e di sviluppo dei ricercatori italiani. Tutto questo verrà condotto in sinergia con gli impegni ed i contributi di ricerca sviluppati nelle altre nazioni ed in particolare dalle Associazioni nazionali consorelle canadese e statunitense.

“L’approfondimento sullo stato delle ricerche è stato oggetto di un incontro scientifico di esperti insieme con il Prof. Paolo Zamboni e il Dott. Fabrizio Salvi ed i loro collaboratori organizzato a Milano lunedì 25 gennaio scorso dalla nostra Fondazione “ha detto il Prof. Mario Alberto Battaglia, presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla. “ Siamo particolarmente riconoscenti al Prof Zamboni e al Dott. Salvi per l’approfondimento e la fruttuosa discussione sulle basi scientifiche, sui tanti aspetti metodologici e clinici, affrontati anche alla luce delle conoscenze della letteratura scientifica. Questa condivisione ci consente di tracciare il percorso dell’immediato futuro e delle ricerche che verranno».

In particolare la FISM – ha detto Battaglia – considererà “con attenzione il finanziamento di proposte di ricerca che verranno presentate nell’ambito del Bando della nostra Fondazione, attualmente aperto e con scadenza 8 marzo, che mette a disposizione per la ricerca italiana sulla sclerosi multipla 3 milioni di euro. Attendiamo proposte dai gruppi di ricercatori italiani, in particolare dai gruppi di ricerca già attivi con il Prof. Zamboni, sia sui meccanismi fisiopatologici che sugli studi metodologici ed epidemiologici, nonché sugli studi clinici anche con riferimento a specifiche forme di malattia». 

Cos’è la CCSVI
L’insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI) è un’anomalia del flusso di sangue in cui il sistema venoso non è in grado di rimuovere efficacemente il sangue dal sistema nervoso centrale con conseguente aumento della pressione delle vene del cervello e del midollo spinale: tale condizione sarebbe causa a sua volta di lesioni in queste aree. Il professor Zamboni (Università di Ferrara) e del professor Salvi stanno lavorando sulla correlazione tra CCSVI e sclerosi multipla.

In particolare, uno studio che ha coinvolto 65 persone con diversi tipi di SM rispetto a 235 persone sane o che avevano altri disturbi neurologici, ha trovato una forte correlazione tra coloro che avevano la SM e i  segni di un insufficienza venosa, suggerendo così che il flusso sanguigno venoso  possa essere compromesso e  possa contribuire in questo modo a determinare lesioni ai tessuti nervosi. Questo studio è stato pubblicato sulla rivista Neurology Neurosurgery Psychiatry in aprile 2009.

Nuove terapie per la SM?
Da questo studio potrebbe derivare un nuovo trattamento per i malati di SM, anche se – precisa AISM – considerando che la ricerca in questione è in una fase molto precoce e che pertanto occorrono ulteriori lavoriri, al momento non si sa se questo tipo di trattamento sarà utile in qualsiasi forma di SM. I ricercatori comunque hanno usato dei “palloncini” per aprire le vene ristrette o hanno inserito degli stent (tubicini) nelle vene per mantenerle pervie: questa ricerca è all’inizio ed è stato sperimentata in un piccolo numero di persone, pertanto sono necessari ulteriori studi (trial multicentrici).

AISM precisa che «tenendo conto dell’attenzione che ricercatori, Fondazione ed altre figure istituzionali dedicheranno nel prossimo futuro alla CCSVI nella sclerosi multipla non è utile, bensì potenzialmente pericoloso, che le persone con SM si sottopongano a procedure endovascolari o chirurgiche al di fuori di studi controllati di ricerca clinica».

“Le persone con Sclerosi Multipla chiedono ai ricercatori di svolgere il necessario lavoro con la competenza e la dedizione che li caratterizza” ha detto la Presidente della Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Roberta Amadeo “Abbiamo bisogno di certezze sul rapporto tra CCSVI e SM e sul percorso clinico che ne può derivare, e su questo le sperimentazioni cliniche daranno un importante contributo, ma rimaniamo consapevoli dell’importanza delle terapie che funzionano e che controllano la malattia e dei trattamenti sintomatici che ci permettono di gestire i problemi che affrontiamo ogni giorno e per una migliore qualità di vita».

 


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