Non profit
Airc: il cancro è curabile
L'Associazione celebra la Giornata per la Ricerca sulla malattia
di Redazione

«Il cancro è una malattia incurabile», si diceva. O no. Certamente no per i ricercatori e i volontari di AIRC, che sulla locandina della Giornata per la Ricerca sul Cancro, che si celebra oggi, hanno voluto mettere dei ricercatori che quell’«in» di incurabile lo abbattono. Il cancro è una malattia curabile, è il messaggio che lanciano oggi nell’incontro con il presidente Giorgio Napolitano, in tv e nei tanti incontri che si tengono sabato 7 in 23 città italiane.
«La ricerca sul cancro oggi è in un momento decisamente favorevole», spiga AIRC. «Le conoscenze acquisite negli ultimi 40 anni ci permettono, infatti, di trasferire in tempi molto rapidi i risultati del laboratorio in cure per il paziente, cambiando “la faccia alla cura del cancro”».
La novità maggiore è l’oncologia molecolare, cresciuta grazie alla comprensione a livello molecolare della malattia. «Una volta stabilito che il cancro è una malattia dei geni, la ricerca ha cominciato a identificare e comprendere le molecole anomale del cancro, prima tappa per affrontarle. Fortunatamente si è capito che le lesioni più frequenti responsabili dei tumori non sono un numero enorme, ma solo qualche decina: ciò significa che l’ideazione di farmaci capaci di colpire molto selettivamente le cellule del cancro è una prospettiva gestibile. Nello stesso tempo la ricerca ha evidenziato che anche il microambiente ha influenza sulla nascita e sulla crescita del tumore e messo in luce il ruolo di alcune cellule tumorali – chiamate staminali – che sembrano essere le sole responsabili dell’aggressività del tumore.
Un’ulteriore priorità è rafforzare il percorso che, partendo dalla conoscenza della malattia, consente d’identificare metodi di prevenzione del tumore. Un’area particolarmente promettente è, ad esempio, l’identificazione di geni che “predispongono al cancro” e lo sviluppo di nuovi approcci molecolari di diagnosi precoce, per battere d’anticipo la malattia».
Per distruggere quelle due lettere e rendere davvero il cancro una malattia curabile in un numero sempre maggiore di casi, accanto ai ricercatori ci siamo tutti noi: sul sito di AIRC si può sostenere la ricerca attraverso la simpatica iniziativa “Siamo tutti ricercatori”, mettendo la nostra faccia accanto a quella di chi combatte il co per professione.
Certo, molto resta da capire ed è per questo che occorre continuare a sostenere la ricerca volta alla comprensione dei meccanismi molecolari del cancro: essi rappresentano la sola, reale opportunità di cambiare la prognosi di questa malattia. Ma dobbiamo sapere che una nuova era sta cominciando. E’ il momento in cui la traduzione dei risultati della ricerca in benefici reali per i pazienti è una possibilità concreta! In questa ottica è fondamentale la formazione di una nuova figura professionale: il clinico/ricercatore, in grado di tradurre in realtà concrete le conoscenze acquisite e, al tempo stesso, di riportare in laboratorio i bisogni del malato.
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