Salute
Ail festeggia 50 anni all’insegna del volontariato
«Ci auguriamo che fra 50 anni non si debba più essere ancora qui a parlare di lotta contro le leucemie, i linfomi e il mieloma», è stato il commento del presidente Sergio Amadori, che ha aggunto: «Il cuore centrale vero dell’Ail sono i volontari che grazie a cui abbiamo 81 sezioni provinciali in 20 regioni, grazie a cui supportiamo 2.970 famiglie, curiamo 2.454 pazientin e forniamo 45.375 prestazioni sanitarie a domicilio»
di Paolo Biondi
Celebra i suoi 50 anni di vita e spera di non dovere ripetere l’anniversario fra mezzo secolo: «Ci auguriamo che fra 50 anni non si debba più essere ancora qui a parlare di lotta contro le leucemie, i linfomi e il mieloma», dice il presidente dell’Ail, il professor Sergio Amadori. E precisa subito quali sono le persone alle quali dedicare questa celebrazione di oggi: «Il cuore centrale vero dell’Ail sono i volontari», quelle oltre 20.000 persone che spesso incontriamo nelle nostre piazze dietro a qualche pianticella da vendere per la raccolta fondi in favore dell’associazione, fondi che si vanno ad aggiungere ai 57 milioni raccolti tramite il 5×1000, attivo dal 2006.
Ma il lavoro dei volontari, più oscuro ma efficace, è soprattutto quello fatto a supporto delle 81 sezioni provinciali dell’Ail sparse in 20 Regioni italiane, delle quali 35 dispongono di case alloggio che hanno ogni anno 4.300 ospiti, fra pazienti e familiari, che si aggiungono alle 2.970 famiglie supportate economicamente e con servizi socio-assistenziali, ai 2.454 pazienti curati nelle loro case ogni anno, e alle 45.375 prestazioni sanitarie fornite a domicilio, secondo gli ultimi dati disponibili e riferiti al bilancio 2017.
Dati che documentano come «il paziente è al centro delle nostre cure», come dice Angelo Michele Carella, coordinatore della Sie, la Società italiana di ematologia, e già direttore dell’Unità operativa complessa di ematologia e centro trapianti di midollo al Policlinico San Martino di Genova.
Carella e Amadori hanno presentato insieme il convegno Leukemia 2019 – 50 anni di Ail, patrocinato dalla Sie e con il quale in una due giorni romana alla presenza dei massimi esperti del settore verranno presentati gli enormi passi avanti fatta dalla ricerca nel settore. «L’avvento della terapia di precisione è stata la vera svolta e ha cominciato a cambiare le carte in tavola, con l’aumento delle possibilità di guarigione», ha detto il professor Amadori.
L’Ail opera in sinergia con i centri di ematologia, universitari e ospedalieri, con il gruppo di ricerca clinica italiano Gimema (Gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto) e con il territorio. Centinaia i progetti di ricerca sostenuti nel corso degli anni, oltre 133 milioni di euro stanziati, in particolare nella ricerca.
«È stato un percorso non sempre facile, ma possiamo dire con orgoglio di aver contribuito a scrivere pagine importanti dell’ematologia italiana. È in questa cornice e con uno sguardo al futuro dei malati che abbiamo deciso di collaborare alla realizzazione dell’edizione 2019 di Leukemia, partecipando attivamente con la nostra storia e l’impegno di proseguire con più forza e passione sulla strada già tracciata», ha concluso il presidente dell’Ail Amadori.
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