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Aiesec, l’integrazione dei rifugiati parte dai giovani
Aiesec Italia ha lanciato Integreat, un progetto per accogliere e integrare richiedenti asilo e rifugiati sul territorio nazionale, coinvolgendo organizzazioni, comunità locali e studenti provenienti da tutta Europa. Ne parla a Vita Guiscardo Urso, presidente di Aiesec Italia.
Accogliere e integrare richiedenti asilo e rifugiati sul territorio nazionale. E' la mission di Integreat, un progetto di AIESEC Italia che coinvolge ong, scuole, associazioni, comunità locali e studenti universitari provenienti da tutta Europa, che contribuiscono attivamente attraverso l’organizzazione di workshop, seminari, attività ricreative e insegnamento delle lingue.
Il progetto, lanciato quest'anno in Italia e in Europa, coinvolge i giovani, «perché noi giovani siamo gli attori del cambiamento e abbiamo non soltanto il desiderio, ma prima di tutto la responsabilità, quali giovani e cittadini globali, di costruire una rete di supporto per richiedenti asilo e rifugiati. Siamo consapevoli che da ogni nostra azione odierna dipende il futuro delle prossime generazioni», afferma Guiscardo Urso, presidente di Aiesec Italia.
«Integreat è nato da una conversazione tra delegati e presidenti dei Paesi europei di Aiesec in India, durante il summit mondiale di AIESEC, il Global Youthspeak Forum 2015», spiega Guiscardo Urso. «Ci è stato chiesto quali fossero le tematiche più urgenti in Europa ed è emerso il tema dei rifugiati e richiedenti asilo». Da qui è nata l’idea di Integreat, un programma di volontariato che ha una durata di 6 settimane e che fino ad ora ha coinvolto più di 140 volontari internazionali e ha supportato 3000 rifugiati. 12 i paesi aderenti e 60 le ong coinvolte.
Integreat consente a ragazzi europei di venire in Italia e a giovani italiani di andare in altri Paesi d'Europa a lavorare all'interno di ong.
«Integreat è presente non solo in Italia, ma anche anche in Grecia e in Svizzera e vogliamo estendere il progetto ad altri Paesi. Perché solo continuando ad agire si crea valore».
Aiesec, la più grande organizzazione al mondo di studenti universitari, conta 900 volontari in Italia e 70.000 in tutto il mondo che si impegnano a creare e promuovere scambi internazionali al fine di valorizzare la diversità e il multiculturalismo, l’integrazione e la cooperazione internazionale.
«Lo scopo di Integreat, oltre all'integrazione, è aumentare la consapevolezza sulla crisi dei rifugiati, anche perché c’è molta disinformazione e il fenomeno viene percepito in modo totalmente negativo in Italia», spiega Guiscardo Urso. «C'è molto da fare per riuscire a integrare le persone che arrivano in Italia in cerca di una vita migliore. Noi vogliamo fare vedere l’immigrazione in modo positivo».
Noi giovani siamo gli attori del cambiamento e abbiamo la responsabilità, quali giovani e cittadini globali, di costruire una rete di supporto per richiedenti asilo e rifugiati. Siamo consapevoli che da ogni nostra azione odierna dipende il futuro delle nuove generazioni
Di che cosa si occupa concretamente Integreat?
Di assistenza di primo e secondo livello di rifugiati e richiedenti asilo, attraverso corsi di lingua, attività per i figli dei migranti, aiuto nella ricerca di lavoro.
«Molto spesso le persone che arrivano nei vari Paesi europei sono di passaggio, quindi trattiamo tematiche che fanno scoprire loro non solo il Paese in cui si trovano, ma anche gli altri Paesi europei in cui potrebbero andare a vivere. Quindi lavoriamo sia una prospettiva europea sia nella prospettiva del Paese in cui si trovano i rifugiati».
A livello italiano AIESEC collabora con varie ong della rete SPRAR, con cui ha fatto la prima partnership per il progetto, con la Fondazione Migrantes, e con la Caritas, che porta avanti attività di supporto. Il progetto è stato iniziato con il lancio di un evento in occasione di Expo Milano 2015 e ora si sta realizzando in varie città e sedi locali di AIESEC.
L’impegno dei volontari si focalizza in tre grandi blocchi di attività: organizzazione di attività didattiche e ricreative per l’infanzia e i minori, come insegnamento della lingua inglese e sviluppo di progetti creativi. Per gli adulti sono previsti progetti di educazione e di integrazione: workshop e seminari sulla realtà socio-politica italiana ed europea, progetti creativi per promuovere la sensibilizzazione all’integrazione e all'accoglienza in Italia e lezioni di informatica e di inglese. Infine azioni per potenziare le attività delle ong, dal punto di vista organizzativo e promozionale.
Integreat progetto finalista italiano del premio europeo Carlo Magno della gioventù
Integreat è stato selezionato come finalista italiano per il premio europeo Carlo Magno della Gioventù 2016, giunto quest'anno alla nona edizione. Il premio «ha come obiettivo quello di premiare i giovani coinvolti in progetti volti a promuovere la comprensione tra i popoli di diversi paesi europei e favorire lo sviluppo di una coscienza europea tra le nuove generazioni». Sono stati selezionati 28 progetti, uno per ogni Stato membro dell'Unione Europea. I tre migliori progetti saranno premiati durante la finale del 3 Maggio 2016 ad Aquisgrana, alla quale parteciperà anche Integreat come possibile progetto vincitore dell’edizione 2016.
«La scelta di Integreat mostra che c’è attenzione a livello europeo sulla tematica dei rifugiati e sul ruolo che possono giocare i giovani nel lungo termine per costruire una società più inclusiva e multiculturale», conclude Guiscardo Urso.
Le foto sono di AIESEC
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