Salute

Aids, Sydney: unire gli sforzi per i bambini

Si chiude con un appello a sviluppare trattamenti specifici per curare i 2.300.000 bambini sieropositivi di tutto il mondo il quarto convegno internazionale della Societa' dell'Aids, a Sydney.

di Redazione

Si e’ concluso con un appello a unire gli sforzi e a sviluppare trattamenti specifici per curare i 2.300.000 bambini sieropositivi di tutto il mondo il quarto convegno internazionale della Societa’ dell’Aids, a Sydney. “Servono formule ad hoc per i piu’ piccoli, perche’ dare loro dosi ridotte dei farmaci per adulti si e’ rivelata una soluzione non sempre efficace”, ha affermato nel suo intervento la dottoressa Annette Sohn, della divisione Malattie infettive pediatriche dell’Universita’ di California. Per l’esperta, il nuovo obiettivo di medici e scienziati non deve essere solo quello di far sopravvivere i piccoli malati, ma di limitare i gravi effetti collaterali a lungo termine, come le encefalopatie e i danni ai tessuti cellulari e ossei, derivati dall’essere sottoposti a terapie pensate per i genitori. La Sohn ha insistito sulla necessita’ di creare “formulazioni antiretrovirali pediatriche” e ha sottolineato che, soprattutto nei Paesi poveri, bisogna anche poter contare su strumentazioni in grado di diagnosticare se le gestanti infette abbiano trasmesso il virus al feto, cosi’ da iniziare le terapie subito dopo la nascita, senza aspettare, come avviene oggi, che i piccoli raggiungano il primo anno di eta’ e che la malattia sia manifesta. A sostegno di questa tesi, una ricerca presentata alla conferenza ha mostrato come l’applicazione dei trattamenti antiretrovirali prima delle dodici settimane di vita possa arrivare a ridurre del 75% il tasso di mortalita’ tra neonati. Lo studio, illustrato dalla dottoressa Avy Violari dell’universita’ di Witwatersrand a Johannesburg, in Sud Africa, e’ stato effettuato su 377 neonati di Citta’ del Capo e Soweto. A detta del vicepresidente della conferenza, David Cooper, direttore del Centro nazionale australiano di ricerche cliniche ed epidemiologiche per l’Hiv, i risultati dello studio potrebbero essere “la svolta della ricerca pediatrica nel campo dell’Aids”. (fonte: Agi)

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