Salute
Aids: sono 30 i vaccini in sperimentazione
Il punto alla Conferenza mondiale di Barcellona
di Redazione
Sono 30 i vaccini anti-Aids attualmente in corso di sperimentazione, ma soltanto uno è finora arrivato alla fase 3 della sperimentazione, la piu’ avanzata, e un altro si prepara ad entrare nel più grande studio finora promosso, su 16.000 volontari. ”Se gli studi in corso daranno risultati positivi è ragionevole attendersi un vaccino disponibile entro i prossimi 5-6 anni”, ha detto Giovanni Rezza, membro della Commissione di consulenza sui vaccini dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), nella conferenza di Barcellona. La ricerca sui vaccini sta cambiando, cosi’ come le attese. Se un tempo si puntava soprattutto sul vaccino preventivo, oggi si punta sempre piu’ al vaccino terapeutico, magari combinando vaccini di tipo diverso oppure combinando i vaccini con i farmaci. ”All’inizio – ha detto Rezza – tutti si aspettavano che il vaccino potesse dare immunita’ sterilizzante, proprio come i vaccini tradizionali. Invece si e’ visto che alla fine il virus riesce comunque ad entrare nelle cellule e che quindi e’ piu’ importante cercare di controllare l’infezione impedendo la replicazione del virus”. Ed ecco le tre generazioni di vaccini che esistono attualmente:
PRIMA GENERAZIONE: sono quelli basati esclusivamente sulle proteine di superficie del virus, come la Gp120. E’ di questo tipo il vaccino attualmente in fase di sperimentazione piu’ avanzata, allo studio in Thailandia su un gruppo di 2.500 volontari sani, e poi in Stati Uniti, Canada, Olanda e Portorico su un altro gruppo di 5.400 volontari. Si chiama Aidsvax ed i risultati sono attesi per il 2003. Saranno i primi relativi a un vaccino preventivo, in grado cioe’ di impedire l’infezione proprio come hanno fatto finora tutti i vaccini tradizionali. Se saranno positivi il vaccino potrebbe essere disponibile nel giro di 2-3 anni.
SECONDA GENERAZIONE: nel frattempo la ricerca e’ andata avanti ed e’ arrivata una seconda generazione di vaccini ricombinanti, nei quali il virus animale e’ stato combinato con antigeni umani (anche in questo caso la proteina Gp120). E’ di questo tipo, ad esempio, il vaccino preventivo che ci si prepara a sperimentare, ancora in Thailandia, su 16.000 volontari sani. Si chiama Alvac ed e’ stato messo a punto dalla francese Aventis-Pasteur con un finanziamento del Walter Reed Army Institute of Research degli Stati Uniti. ”Lo studio – ha detto Rezza – dovrebbe partire entro l’anno”. In questo caso, se i risultati saranno positivi, il vaccino potrebbe arrivare ai pazienti in 4-5 anni. TERZA GENERAZIONE: c’è’ poi l’ultima generazione dei vaccini, quella che punta a colpire il virus al cuore. Anziche’ le proteine di superficie vengono cioé utilizzate le proteine interne al virus e che controllano la replicazione, come la Tat su cui si basa il vaccino messo a punto in Italia dal gruppo di Barbara Esoli nell’Istituto superiore di sanita’. Quanto ai tempi del vaccino italiano, Rezza ha confermato l’avvio della sperimentazione in autunno. ”Nonostante la buona volonta’ – ha detto – ci sono stati ritardi dovuti al fatto che in Italia non c’e’ una fabbrica che permetta di produrre proteine pure. Ma per i primi risultati di questa nuova generazione di vaccini occorreranno ancora 5-6 anni.
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