Salute
Aids: rapporto Unicef 2006
Le stime emergono nel nuovo rapporto Unicef su "bambini e Aids" presentato oggi contemporaneamente a Ginevra e New York: 530.000 casi di nuovo contagio da Hiv
di Redazione
Nel 2006 ci sono stati 530.000 casi di nuovo contagio da Hiv tra i bambini sotto i 15 anni, dovuti soprattutto alla trasmissione madre-figlio. Senza trattamenti, il 50% dei bambini colpiti morira’ prima di aver compiuto due anni. Le stime emergono nel nuovo rapporto Unicef su “bambini e Aids” presentato oggi contemporaneamente a Ginevra e New York.
L’indagine, pur segnalando notevoli progressi nella prevenzione della trasmissione del virus da madre a figlio in alcuni paesi ad alta diffusione dell’Africa meridionale e orientale, denuncia come sia ancora “vergognosamente bassa” la percentuale di donne sieropositive che, in gravidanza, ricevono terapie antiretrovirali.
Nel 2005, si stima che, nei paesi a reddito medio-basso, soltanto il 9% delle donne abbia ricevuto terapie antiretrovirali per prevenire la trasmissione dell’Hiv ai propri figli, rispetto al 3% nel 2003. A livello globale, soltanto un bambino ogni 10 che avrebbero bisogno della terapia antiretrovirale ne puo’ disporre, e soltanto il 4% dei bambini nati da madri sieropositive riceve una terapia profilattica per prevenire infezioni opportunistiche che possono essere fatali. Questo nonostante il drastico calo, durante gli scorsi 12-18 mesi, dei prezzi dei farmaci antiretrovirali per i bambini.
“E’ urgente aiutare i bambini colpiti dall’Hiv/Aids- ha detto il direttore generale dell’Unicef Ann M. Veneman – la campagna ‘Uniti per i bambini. Uniti contro l’Aids’ si concentra su assicurare cure ai bambini sieropositivi, prevenire la trasmissione madre-figlio e assistere i bambini rimasti. Dobbiamo potenziarne l’impatto per raggiungere risultati positivi per i bambini”.
Buone notizie sul fronte della prevenzione e dell’accesso all’istruzione dei bambini. Il rapporto Unicef evidenzia una rinnovata attenzione, nelle strategie di prevenzione, alla necessita’ di concentrarsi sugli adolescenti e i giovani piu’ a rischio, un gruppo che comprende le giovani donne. In piu’ di 70 paesi esaminati, il ricorso ai test e ai servizi di consultorio e’ passato da circa 4 milioni di persone nel 2001 a 16,5 milioni nel 2005. Si riduce inoltre, in molti paesi, la disparita’ fra orfani e non orfani nell’accesso all’istruzione, anche grazie all’abolizione delle tasse scolastiche.
Scarica il rapporto integrale:
Rapporto Aids Unicef 2006 (EN)
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