Salute

Aids: rapporto Onu, la battaglia continua

L'Aids e' ancora una 'sfida aperta' per l'umanita'. Nonostante i progressi compiuti in molti Paesi nella lotta contro questa malattia, l'epidemia non accenna a rallentare.

di Paul Ricard

L’Aids e’ ancora una ‘sfida aperta’ per l’umanita’. Nonostante i progressi compiuti in molti Paesi nella lotta contro questa malattia, l’epidemia non accenna a rallentare. E i ‘numeri’ ne sono la testimonianza: attualmente si stima che 38,6 milioni di persone debbano fare i conti con il virus Hiv, con circa 2,8 milioni di morti solo nel 2005 e piu’ di 4 milioni nuove diagnosi di malattia. A fare il punto della situazione e’ il decimo Rapporto dell’Unaids, l’Agenzia dell’Onu per la lotta all’Aids, reso noto oggi in occasione del vertice mondiale (United Nations General Assembly 2006 – High Level Meeting on Aids), in programma da domani al 2 giugno a New York (Usa). Con 25 milioni di morti in 25 anni (calcolati dal giugno 1981, mese in cui la malattia e il virus furono per la prima individuati e descritti) e 65 milioni di contagiati nello stesso periodo di tempo, l’Aids rappresenta ancora oggi un problema irrisolto.
”In ogni caso, i risultati incoraggianti ottenuti nel settore della prevenzione e dei trattamenti – sottolinea nel documento il direttore esecutivo dell’Unaids, Peter Piot – mostrano che gli investimenti fatti per combattere questo ‘flagello’ non sono andati sprecati. Ora pero’ bisogna spingere sull’acceleratore della raccolta di fondi (per il 2006 sarebbero necessari 15 miliardi di dollari, a fronte degli 8,9 milioni finora disponibili) e degli interventi sia politici, che di ricerca scientifica. E’ necessario uno sforzo costante di ampia scala per i prossimi decenni”. Secondo l’Unaids, per il 2008 si prevede un fabbisogno di 22 miliardi di dollari, oltre 11 soltanto per i piani di prevenzione. L’epidemia di Aids ha raggiunto i massimi livelli alla fine degli anni ’90 – si legge nel Rapporto, che contiene informazioni provenienti da 126 nazioni e piu’ di 30 organizzazioni civili – ma rispetto ad allora sono aumentati l’utilizzo del profilattico e l’adozione delle misure di precauzione piu’ comuni per difendersi dal virus, soprattutto per effetto delle campagne di sensibilizzazione: ad esempio si calcola che, rispetto a cinque anni fa, sia quadruplicato il numero di persone che si sottopone al test. Per contro, dei quasi 40 milioni di sieropositivi esistenti al mondo, la maggioranza non sa di esserlo. Il documento ribadisce infine come l”allarme Aids’ sia una vera emergenza nell’Africa Sub-sahariana (25 milioni di sieropositivi, fra cui tantissimi bambini), in Asia (8,3 milioni), in America Latina (1,6 milioni) e in Medio Oriente (440mila).

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