Salute

Aids: quattro nuovi casi di malattia pediatrica

Torna ad esplodere in Italia l'Aids fra i bambini. Quattro nuovi casi di malattia negli ultimi mesi: due in Piemonte, due in Sicilia. Sono tutti bambini italiani, figli di italiani.

di Redazione

Torna ad esplodere in Italia l’Aids fra i bambini. Quattro nuovi casi di malattia negli ultimi mesi: due in Piemonte, due in Sicilia. Sono tutti bambini italiani, figli di italiani. Le madri piemontesi e una delle siciliane, al momento del parto, non sapevano di essere sieropositive. La notizia e’ giunta al Congresso dell’Anlaids a Torino mentre si stava ancora commentando positivamente il fatto che nei primi sei mesi di quest’anno non erano stati notificati casi di Aids pediatrico fra i bambini italiani. I bambini siciliani sono in cura nella I Divisione di Malattie Infettive del Presidio Ospedaliero Garibaldi di Catania. Nella stessa struttura, e’ in cura un bambino sieropositivo. ”La situazione piemontese e’ ancor piu’ grave – dicono Giovanni Di Perri, presidente del Congresso e Direttore del Dipartimento Clinico di Malattie Infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, e Pier Angelo Tovo dell’Universita’ di Torino, Direttore della Clinica Pediatrica di Malattie Infettive dell’Ospedale Regina Margherita – perche’ da gennaio a novembre sono ben quarantaquattro le donne che, sieropositive, hanno messo alla luce un figlio. Molte sono extracomunitarie e diverse non sapevano di essere malate fino al momento del parto. I casi di Aids fra i bambini e l’alto numero dei parti di donne sieropositive dimostra, ove ce ne fosse bisogno, che si e’ abbassata completamente l’attenzione nei confronti dell’Aids. In Piemonte c’e’ una chiara dimostrazione perche’ il Centro di Torino dell’Ospedale Amedeo di Savoia e’ diventato il sesto Centro singolo europeo per numero di pazienti in trattamento”. ”La situazione piemontese e’ ancor piu’ grave – spiegano il professor Giovanni Di Perri, presidente del Congresso e direttore del Dipartimento clinico di malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, e il professor Pier Angelo Tovo dell’Universita’ di Torino, direttore della Clinica pediatrica di malattie infettive dell’Ospedale Regina Margherita – perche’ da gennaio a novembre sono ben quarantaquattro le donne che, sieropositive, hanno messo alla luce un figlio. Molte sono extracomunitarie, e diverse non sapevano di essere malate fino al momento del parto. I casi di Aids fra i bambini e l’alto numero dei parti di donne sieropositive dimostra, ove ce ne fosse bisogno, che si e’ abbassata completamente l’attenzione nei confronti dell’Aids”. E il Centro di Torino dell’Ospedale Amedeo di Savoia e’ diventato il sesto Centro singolo europeo per numero di pazienti in trattamento. ”Questo nuovo quadro dell’Aids pediatrico – dichiara Fernando Aiuti, immunologo, presidente dell’Anlaids – ripropone il problema del test. Tutte le donne in stato interessante devono sottoporsi al test. Solo cosi’ possono salvare il loro figlio”. ”Infatti una donna che sa di essere sieropositiva e lo comunica al medico prima del parto – sottolinea Aiuti – puo’ essere sottoposta a particolari metodiche, dai farmaci antiretrovirali al parto cesareo. E i numeri ci dicono che nel 98% dei casi nascono bambini sani da madri sieropositive”. Secondo il Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanita’, nei primi sei mesi dell’anno non c’e’ stata alcuna notifica di casi Aids fra i bambini italiani, mentre si conta un caso fra i bambini stranieri e uno di nazionalita’ ignota. Ma i dati non sono definitivi per ritardi di notifica. In Italia dall’inizio dell’epidemia (1982) al 30 giugno 2002 si sono avuti 715 casi di bambini con Aids. Dall’82 al 1992 i casi sono stati 382. C’e’ stato poi un notevole calo: 56 nel 1993, per salire di un’unita’ nel 1994 e scendere a 52 nel 1996 e calare ancora a 30 un anno dopo. Nel 1998 i casi sono stati 22 mentre, contro gli 11 del 1999 e altrettanti nel 2000. Il numero piu’ basso si e’ avuto nel 2001, con 9 casi: due in Lombardia, tre nel Lazio, due in Emilia Romagna, uno in Abruzzo e uno in Umbria. Ecco la situazione regione per regione dall’inizio dell’epidemia. Lombardia 198 casi; Lazio 120; Emilia Romagna 67; Toscana 49; Piemonte 40; Veneto 32; Campania e Liguria 30; Puglia e Sicilia 26; Sardegna 25; Abruzzo 12; Calabria 11; Trentino Alto Adige e Umbria 9; Marche 7; Basilicata 3; Friuli-Venezia Giulia 2; Molise e Valle d’Aosta nessun caso; quattro i casi fra gli stranieri; quattro di nazionalita’ ignota. Nella quasi totalita’ il contagio si e’ avuto per trasmissione da madre a figlio.


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