Salute

Aids: presentati i dati sull’uso combinato di atazanavir-ritonavir

I risultati resi noti oggi a Denver dalla Bristol-Myers Squibb

di Redazione

A Denver presentati i dati nel corso della tredicesima Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) che hanno fornito i risultati sulla risposta virologica e immunologica e sul profilo di sicurezza di atazanavir solfato, inibitore delle proteasi a monosomministrazione giornaliera, con o senza ritonavir a basso dosaggio, nella terapia antiretrovirale combinata. Il trial clinico ha studiato pazienti HIV positivi che non si sono mai sottoposti prima a trattamenti antiretrovirali (pazienti naïve). I risultati dell’analisi Intent-to-Treat hanno dimostrato che l’86% dei pazienti del braccio trattato con atazanavir /ritonavir e l’85% dei pazienti del braccio trattato con atazanavir hanno risposto al trattamento con una riduzione dei livelli di HIV-RNA inferiore a 400 copie/ml a 48 settimane di trattamento (endpoint primario di efficacia). I risultati di questo studio costituiscono i primi dati comparativi presentati da Bristol-Myers Squibb sull’uso di atazanavir in associazione con ritonavir in questa popolazione di pazienti. Informazioni sullo studio Lo studio BMS089 è uno studio a 96 settimane randomizzato, prospettico, in aperto, multicentrico. 95 pazienti sono stati randomizzati nel gruppo di trattamento con atazanavir 300 mg e ritonavir 100 mg e 105 pazienti nel gruppo di trattamento con atazanavir 400 mg (la dose approvata per questa popolazione di pazienti). Tutti in combinazione con lamivudina (3TC) e la molecola sperimentale stavudina a rilascio prolungato in regime di monosomministrazione giornaliera. I criteri per l’entrata nello studio hanno incluso pazienti naïve al trattamento con antiretrovirali e con livelli di HIV-RNA nel plasma superiori o uguali a 2000 copie/ml al momento dello screening. Non ci sono state restrizioni riguardo la conta delle cellule CD4+. La randomizzazione è stata stratificata per livelli di HIV-RNA superiori, uguali o inferiori a 100.000 copie/ml al momento dello screening. L’obiettivo primario di efficacia dello studio è stato di valutare la percentuale di pazienti con livelli di HIV-RNA inferiori a 400 copie/ml a quarantotto settimane di trattamento. Obiettivi secondari di efficacia sono stati di esaminare: la percentuale di pazienti con livelli di HIV-RNA inferiori a 50 copie/ml a quarantotto settimane, la variazione media della conta dei CD4+ rispetto ai valori del basale a quarantotto settimane e i parametri di sicurezza. Le percentuali di pazienti con livelli di HIV-RNA inferiori alle 50 copie/ml sono state del 75% nel gruppo trattato con atazanavir/ritonavir e del 70% nel gruppo trattato con atazanavir. Aumento della conta delle cellule CD4+ è stata osservata in entrambi i bracci di trattamento (variazioni medie di +189 e +224 cellule per millimetro cubo alla quarantottesima settimana rispettivamente nei bracci atazanavir/ritonavir e atazanavir). I tassi di interruzione a causa di eventi avversi sono stati dell’8% nel braccio trattato con atazanavir/ritonavir e inferiori all’1% nel braccio atazanavir. Eventi avversi seri si sono verificati nel 15% dei pazienti del braccio atazanavir/ritonavir e nel 16% dei pazienti del braccio atazanavir. Eventi avversi di Grado 2-4 correlati al trattamento sono stati riscontrati nel 43% dei pazienti del braccio atazanavir/ritonavir e nel 34% dei pazienti del braccio atazanavir, con una differenza media per i vari eventi avversi del 3% tra i due bracci e rispettivamente: iperbilirubinemia (13% e 5%), cefalea (2% e 4%), rash (2% e 4%) e ittero (3% e meno dell’1%). Anomalie di laboratorio selezionate di Grado 3-4 si sono verificate nei bracci atazanavir/ritonavir e atazanavir, rispettivamente, come segue: aumento della bilirubina totale (59% e 20%), aumento dell’alanina aminotransferasi (6% e 3%), aumento dell’aspartato aminotransferasi (3% in entrambi i bracci), aumento del colesterolo totale (1% e meno dell’1%), aumento dei trigliceridi (2% e meno dell’1%) e iperglicemia (1% e meno dell’1%). Alla quarantottesima settimana, le variazioni medie, rispetto ai valori del basale, dei parametri lipidici sono state rispettivamente per il braccio atazanavir /ritonavir e per quello atazanavir: aumento del colesterolo totale (15% vs 6%), del colesterolo LDL a digiuno (23% vs 16%) e del colesterolo HDL (30% vs 29%). Per quanto riguarda il valore dei trigliceridi a digiuno si è evidenziato un aumento del 26% nel braccio atazanavir/ritonavir e una riduzione del 3% nel braccio atazanavir. L’analisi primaria è stata basata sui dati disponibili a 48 settimane dopo la randomizzazione dell’ultimo paziente. L’analisi finale verrà eseguita a 96 settimane dopo che l’ultimo paziente verrà randomizzato per valutare l’efficacia virologica e la sicurezza a lungo termine. Atazanavir è disponibile anche in Italia ed è indicato per il trattamento di pazienti adulti con infezione da HIV 1 già trattati con farmaci antiretrovirali e in terapia di combinazione. Nei pazienti già sottoposti a trattamento con antiretrovirali, la dimostrazione dell’efficacia è basata sullo studio AI424-045 che mette a confronto atazanavir 300 mg più ritonavir 100 mg in monosomministrazione giornaliera verso lopinavir/ritonavir, ognuno dei due regimi in combinazione con tenofovir. Sulla base dei dati clinici e virologici disponibili, non si prevede alcun beneficio nei pazienti con ceppi virali resistenti a diversi inibitori della proteasi (> 4 mutazioni per IP). La scelta di atazanavir dovrebbe essere basata su test di resistenza virale e sull’anamnesi del paziente. L’uso di atazanavir senza ritonavir o nel trattamento dei pazienti naïve non è indicato in Europa, compresa l’Italia.


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