Salute

Aids, per due giovani su cinque si trasmette con un bacio

I sorprendenti risultati di un sondaggio online promosso da Anlaids

di Redazione

L’Aids e’ una malattia che si puo’ trasmettere con un bacio”. Ma non c’e’ problema. “Ormai esiste un vaccino in grado di sconfiggerlo”. Sono solo alcune delle convinzioni completamente sballate che una buona parte dei giovani italiani ha su questa malattia. Due su 5 nel nostro Paese, infatti, credono che basti un bacio ‘profondo’ per trasmettere il virus dell’Hiv, mentre un altro 22% e’ piu’ ‘ottimista’, e ritiene che esista un vaccino in grado di debellare la malattia. Questi i dati illustrati oggi a Roma alla presentazione di un sondaggio online, per ‘misurare’ la percezione e la conoscenza degli italiani nei confronti dell’Aids, promosso dall’Anlaids del Lazio, in collaborazione con l’Anlaids nazionale. L’indagine, svolta sul sito www.thesavecity.it, ha coinvolto in 11 mesi 4.550 utenti, di cui il 75% con meno di 25 anni. Ai navigatori sono state formulate dieci domande e il quadro che emerge, secondo Fernando Aiuti, presidente dell’Anlaids, “e’ sconcertante. Gli italiani sono infatti ancora scarsamente informati su questo tema”. Il 18%, ad esempio, ritiene che si possa guarire dall’Aids, quando e’ invece risaputo che non esista ancora una terapia risolutiva. L’11%, invece, ritiene che la pillola abbia gli stessi effetti del preservativo, e riesca a prevenire la malattia. Idee poco chiare per un altro 62%, che dichiara di essere confuso sui reali pericoli del sesso orale. Palese disinformazione per un 10% secondo cui sono in diminuzione i casi di Aids nel mondo.

Le ragioni di questo buco d’informazione, secondo Aiuti, “sono da rintracciare nella poverta’ delle campagne di sensibilizzazione svolte negli ultimi anni. Quelle del 1987, 1990 e 1992 erano ben fatte e scuotevano l’opinione pubblica, mentre quelle piu’ recenti sono partite in sordina”. Anche per questo motivo i dati del sondaggio verranno ora inoltrati al ministero della Salute. “Sara’ il ministro Livia Turco – aggiunge Aiuti – a valutare la possibilita’ di avviare una nuova campagna informativa capillare”. Una campagna che il numero ‘uno’ di Anlaids auspica “coinvolga anche altri ministeri, come quello dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, ma anche quello del Lavoro”. Ma da Aiuti arriva anche un ‘mea culpa’. “Probabilmente – ammette – anche noi medici abbiamo sbagliato in passato, non sottolineando che i farmaci e le terapie a disposizione dei pazienti non salvavano la vita, ma la prolungavano solamente”. Soddisfatto dell’iniziativa Massimo Ghenzer, presidente di Anlaids Lazio, che ha ricordato le iniziativa svolte nelle scuole della Regione per sensibilizzare i ragazzi su Hiv e Aids. “I risultati – spiega – li vedremo nel medio termine”. Nel frattempo Ghenzer invita altri cybernauti a partecipare al sondaggio. “Affrontando in modo ‘leggero’ il tema si possono aggirare barriere e stimolare la ricerca di nuove informazioni. In questo modo – conclude – anche noi possiamo rafforzare il nostro programma di prevenzione sul territorio”.


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