Salute

Aids: ogni due ore un nuovo infetto

Ad affermarlo e' l'immunologo Fernando Aiuti, presidente dell'Anlaids a Torino in occasione del 16esimo congresso nazionale dell'associazione

di Paolo Manzo

”Ogni due ore in Italia una persona si infetta e sono soprattutto gli eterosessuali. Non solo aumentano i sieropositivi ma rallenta il calo dei casi di Aids nella forma conclamata e cresce il numero degli extracomunitari malati”. Ad affermarlo e’ l’immunologo Fernando Aiuti, presidente dell’Anlaids a Torino in occasione del 16esimo congresso nazionale dell’associazione. Secondo i dati del Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanita’ dal 1982 al 30 giugno di quest’anno si sono avuti nel nostro Paese 50.271 casi di malattia nella forma conclamata e nel primo semestre 2002 sono stati notificati 935 nuovi casi di Aids. In vent’anni risultano deceduti oltre 33 mila pazienti mentre secondo il bollettino del Coa si stima che i sieropositivi in Italia possano aver raggiunto il tetto di 110.000. Unico dato positivo riguarda i bambini: nei primi 6 mesi dell’anno non si sono registrati fra gli italiani casi di Aids pediatrico. L’Hiv e’ sempre di piu’ la malattia delle ‘persone normali’ e in Italia si registra un abbassamento della percezione del rischio e della gravita’ oltre ad una attenuazione delle misure di precauzione. E’ quanto emerge dalle parole degli esperti che da questa sera si riuniranno al Lingotto di Torino per il XVI Congresso nazionale dell’Anlaids dai dati vengono fuori elementi interessanti e allarmanti, primo tra tutti i casi stimati di nuove infezioni che vanno da un minimo di 3.000 ad un massimo di 4.000 l’anno contro i 2.000 stimati circa cinque anni fa. Cresce, inoltre, la diffusione della malattia tra gli uomini, oltre il 77% dei casi registrati dall”82 ad oggi, e fra gli eterosessuali. Tra il 2001 ed il primo semestre 2002 negli eterosessuali i casi di Aids conclamato sono stati 822, il 37,8% contro il 10,7 registrato prima del ’93. Emerge, al contrario, un calo dal 67,4% prima del ’93 al 38% fra i tossicodipendenti mentre e’ stato minore delle attese il calo per quel che riguarda gli omosessuali.”Dallo studio denominato icona -spiega il professor Mauro Moroni- dell’Universita’ di Milano emergono alcuni elementi che fanno riflettere se si considerano 212 casi di persone con sieropositivita’ non superiore ad un anno. Il primo e’ un ritorno delle infezioni in eta’ giovanile, al di sotto dei 30 anni, anche se prosegue il trend di positivita’ in eta’ adulta. Inoltre, ultimamente, si registra una prevalenza dei maschi, che si infettano soprattutto attraverso rapporti occasionali, il 63%, mentre le donne contraggono il virus prevalentemente dal loro partner. C’e’ inoltre una minor percezione della gravita’ della malattia tanto che di questi casi il 35% delle donne ha contratto il virus da una persona che sapeva essere sieropositiva”. Il professor Moroni sottolinea ancora che e’ preoccupante che nella meta’ dei casi si scopra di essere sieropositivi in fase avanzata e quando la malattia ha gia’ dato segni inequivocabili. Un fatto che rende le terapie meno efficaci.Due dati vengono poi segnalati con forza. Il primo riguarda la mortalita’, che e’ diminuita circa dell’80%, come spiega il dottor Giovanni Di Perri, direttore del Dipartimento clinico malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, che con il suo volume di pazienti e’ il sesto centro in Europa per casistica. ”A fronte di questo calo della mortalita’ -aggiuge Di Perri- si registra pero’ un aumento delle infezioni. Se nel ’94 per ogni decesso c’erano due o tre nuove infezioni, oggi si stima che vadano da 5 a 10 il che significa che stiamo parlando di un’epidemia che non regredisce, ma avanza. A porre l’accento sulla diffusione della malattia fra gli immigrati e’ l’immunologo Fernando Aiuti che spiega come la percentuale sia salita dal 2% del ’92 al 15% attuale. Non si tratta solo di stranieri, in prevalenza africani, che si ammalano nei loro paesi ma, al contrario, spesso contraggono il virus in Italia e lo portano nella loro terra d’origine dove a volte non e’ presente. ”Mi auguro -sottolinea Aiuti- che il ministro possa annunciarci presto la nuova campagna di prevenzione che prevede uno specifico settore dedicato agli stranieri nei confronti dei quali servono campagne mirate per poterli curare”. Uno dei problemi principali rimane quello dei fondi per la ricerca. ”Il progetto di ricerca dell’Iss -sottolinea il professor Ferdinando Dianzani, vicepresidente della Commissione Aids- e’ finito e non ci sono i fondi per proseguire ma se la ricerca non viene finanziata e non va avanti si perdono tutti i benefici e le conoscenze acquisite in questi anni”. Intanto, sul fronte della sperimentazione del vaccino che dovrebbe essere avviata al San Raffaele di Milano, al policlinico e allo Spallanzani di Roma si attende ancora che venga inviato il protocollo definitivo ai comitati etici dei tre ospedali.


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