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Aids, Minori: a Milano un servizio di consulenza psicologica - Vita.it

Salute

Aids, Minori: a Milano un servizio di consulenza psicologica

Il servizio ha sede nella cooperativa sociale 'Minotauro' ed è patrocinato dall'assessorato alla Famiglia, scuola e politiche sociali del Comune di Milano

di Redazione

‘Sui 746 casi pediatrici di Aids registrati in Italia dall’inizio dell’epidemia di Hiv ad oggi, 203 sono concentrati in Lombardia. Circa la meta’ di questi bambini e’ morta. E per i sopravvissuti, un centinaio, si pone adesso il problema della convivenza con la propria condizione”. E’ tempo di bilanci per Mauro Moroni, responsabile della sezione Lombardia di Anlaids (Associazione nazionale per la lotta all’Aids), a pochi mesi dall’attivazione del Servizio di consultazione psicologica rivolto ai minori sieropositivi e ai ragazzi che vivono in contesti familiari toccati dal problema. Il servizio, con sede nella cooperativa sociale ‘Minotauro’ e illustrato in conferenza stampa oggi nel capoluogo lombardo, e’ patrocinato dall’assessorato alla Famiglia, scuola e politiche sociali del Comune di Milano. Cinque anni di esperienza, il lavoro di psicologi, volontari e medici che operano a stretto contatto con i pazienti della clinica pediatrica De Marchi del capoluogo lombardo, sono stati raccolti nel libro ‘Adolescenza e sieropositivita”, pubblicato grazie al finanziamento dell’Istituto superiore di sanita’ e presentato durante l’incontro. Un centinaio di pagine per raccontare l’attivita’ dei tre psicologi del ‘Minotauro’ e del gruppo di volontariato per minori e adulti sieropositivi dell’Anlaids, che insieme all’assistente sociale e ai medici della clinica pediatrica De Marchi hanno dato vita a un gruppo di studio sui problemi legati all’Hiv in eta’ evolutiva. Obiettivo: definire modalita’ di intervento per accompagnare gli adolescenti nel loro percorso di accettazione della malattia e nei rapporti interpersonali.

Frutto dell’esperienza maturata nel settore e’ il Servizio di consultazione psicologica e sostegno. Un’attivita’ di consultazione individuale dedicata non solo ai minori, ma a tutte le persone che gravitano nel loro contesto sociale. ”Noi istituzioni – ha affermato l’assessore comunale alla Famiglia, scuola e politiche sociali, Mariolina Moioli – vogliamo lanciare un messaggio di concretezza. Seguiremo passo passo questo percorso e aumenteremo le risorse economiche a sostegno di tutte le strutture che si prendono carico degli adolescenti toccati da questo problema. L’intera societa’ deve fare i conti con l’Aids, per migliorare la capacita’ di affrontarla”. L’epidemia tocca da vicino la Lombardia, dove si e’ concentrato piu’ di un terzo dei 4 mila nuovi casi di infezione da Hiv registrati in Italia nel 2006. ”Un numero consistente – ha spiegato Moroni – nonostante la situazione sia migliorata. Negli anni piu’ duri, dall”80 all’85, infatti i casi di infezione andavano dai 18 ai 20mila l’anno. I malati sapevano di andare incontro alla morte, mentre oggi non e’ piu’ cosi’. Sui 60 mila casi di Aids registrati in Italia, si contano circa 20 mila sopravvissuti, che sono arrivati in tempo all’appuntamento con le cure”. Milano e’ una delle citta’ italiane piu’ colpite, ha aggiunto l’infettivologo. ”Non c’e’ controllo sociale – ha detto – e come tutte le grandi citta’, e’ al centro di viaggi e scambi. Problemi come la prostituzione e la tossicodipendenza trovano terreno fertile”. Anche se con l’evoluzione della medicina l’Aids oggi si e’ trasformato, diventando una malattia cronica con la quale convivere.

”I bambini che ieri sono entrati in contatto con l’Aids – ha proseguito Gustavo Pietropolli Charmet, presidente del ‘Minotauro’, direttore scientifico e supervisore del progetto – oggi sono adolescenti e per loro si presenta, urgente, il problema della comunicazione della diagnosi”. I volontari e gli psicologi entrano in contatto non solo con bimbi nati sieropositivi, che devono fare i conti con problemi di salute e affettivi. Ci sono anche gli adolescenti vissuti in contesti familiari segnati dall’Hiv, che hanno perso i genitori o convivono con adulti sieropositivi o malati. Un mondo sommerso che, ha evidenziato Charmet, ”puo’ venire alla luce solo attraverso la collaborazione fra operatori del settore e istituzioni. Quello che possiamo fare e’ aiutare questi ragazzi a crescere, a prendere consapevolezza del loro corpo e a convivere con le terapie”. I problemi tipici dell’adolescenza, sottolineano gli psicologi del ‘Minotauro’, diventano ancora piu’ complessi da affrontare per il minore sieropositivo. Matteo Lancini, uno dei curatori del volume ‘Adolescenza e sieropositivita”, ha ribadito: ”Il sostegno agli adolescenti toccati da questo problema e’ un’attivita’ inedita. La pubblicazione finanziata dall’Iss spiega fra le altre cose come sostenere il volontario che segue la crescita dei ragazzi e la loro presa di coscienza”. Al fine di migliorare l’attivita’, gli operatori del settore puntano alla costruzione di una rete di sostegno: ”Solo con la collaborazione fra medici, assistenti sociali, psicologi e volontari – ha concluso Cristina Colli, psicologa dell’equipe del Minotauro – e’ possibile rispondere in maniera efficace alle richieste delle famiglie e degli adolescenti. E aiutarli a convivere con l’idea piu’ spiacevole: quella di essere portatori di un danno potenziale per gli altri”.


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