Salute

Aids: in Italia 789 nuovi casi nei primi sei mesi 2005

L'ultimo rapporto sull'Aids e' stato illustrato alla Conferenza stampa di presentazione del XIX Congresso Nazionale dell'Anlaids che si apre venerdi' a Vibo Valentia da Rezza dell'Istituto Super

di Redazione

Aids malattia dimenticata. Non se ne parla piu’. Ma il virus Hiv non si dimentica di colpire. Ogni due ore in Italia una persona si infetta. E va ad aggiungersi ai 120mila sieropositivi attualmente presenti nel nostro Paese. Si infetta e non lo sa. Lo scoprira’ solo quando ormai e’ troppo tardi, quando il virus e’ nella forma conclamata. Perche’ anche il test e’ dimenticato: nella meta’ dei casi i malati dichiarano di non essersi mai sottoposti prima ad un test. Hanno vissuto da sieropositivi senza saperlo. E senza evitare di diffondere il virus: sono i nuovi ”inconsapevoli untori”. L’ultimo rapporto sull’Aids e’ stato illustrato alla Conferenza stampa di presentazione del XIX Congresso Nazionale dell’Anlaids che si apre venerdi’ a Vibo Valentia da Gianni Rezza dell’Istituto Superiore di Sanita’. E il presidente Anlaids Fernando Aiuti commenta: ”Si e’ repentinamente abbassata la guardia. Dilagano i comportamenti a rischio perche’ la gente e’ convinta che l’Aids e’ stata sconfitta. Sempre piu’ persone scoprono di aver contratto il virus solo quando, sentendosi male, vanno dal medico. Fino a quel momento hanno condotto una vita normale senza prendere precauzioni. Sono i nuovi ”inconsapevoli untori”. Inoltre, molte donne scoprono di essere sieropositive in gravidanza perche’ prima non hanno fatto il test. E adesso la situazione rischia di peggiorare. C’e’ la paura dell’influenza aviaria, incubo fortunatamente ancora lontano, e ci si dimentica dell’Aids. Un’epidemia in atto”. E i presidenti del Congresso, Anlaids Vincenzo Guadagnino e Vittoria Lofranco, aggiungono: ”Il vertice di Vibo Valentia dovra’ rompere il silenzio e disegnare nuove strategie alla luce di questo nuovo volto del virus, dove prevale l’incoscienza”.
Le cifre sono del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanita’: nei primi sei mesi del 2005 sono stati notificati 789 nuovi casi di Aids. Di questi 443 si riferiscono a diagnosi effettuate nel primo semestre, gli altri a periodi precedenti. ”C’e’ la chiara sensazione – dice Gianni Rezza, Direttore del Reparto di Epidemiologia, Dipartimento Malattia Infettive dell’Istituto Superiore di Sanita’- di un ritardo notevole nelle notifiche, quindi il dato che si riferisce alle diagnosi di questo primo semestre e’ certamente sottostimato. Leggendo il dato del Lazio, secondo il quale nei primi sei mesi di quest’anno si sono avute solo 11 nuove diagnosi di Aids, ci si rende conto che il ritardo di notifica e’ un problema concreto. Indubbiamente c’e’ un abbassamento della guardia anche fra chi dovrebbe per primo tenere alta l’attenzione”. ”Sono 21mila i malati di Aids nella forma conclamata oggi in vita in Italia – dice Fernando Aiuti – di questi, 10mila sono resistenti ai farmaci. E’ una situazione drammatica che impone un’accelerazione nella sperimentazione di nuove medicine ma anche nel finanziamento delle ricerche. Se non si trovano nuovi farmaci e non si abbreviano le procedure per l’immissione in commercio, per tanti malati non c’e’ un’ancora di salvataggio. Un’altra verita’ che bisogna far conoscere e’ che i malati pagano di tasca propria i farmaci (esclusi gli antivirali che sono forniti gratuitamente dal SSN) che si comprano in farmacia e le analisi di controllo. Infatti, sono in molti che evitano l’esenzione dal ticket per non rivelare la loro identita’. La disposizione varata un anno fa non tutela minimamente la privacy dei malati di Aids che chiedono l’esenzione dal ticket. Cosi’ i malati, soprattutto nei piccoli centri, piuttosto che far sapere agli addetti alla certificazione dell’esenzione e al farmacista che soffrono di Aids, rinunciano all’esenzione e pagano i ticket. A lungo andare questo diventa un grande peso per i malati”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.