Salute

Aids: in Asia potrebbe fare più di 50 milioni di vittime

Un intervento di Sandro Calvani

di Sandro Calvani

Alcuni esperti delle Nazioni Unite lo avevano previsto cinque anni fa. Ma come purtroppo spesso succede nessuno ci aveva creduto fino a quando le previsioni non sono divenute statistiche da obitorio. Oggi in Asia ci sono oltre 7,2 milioni di persone infette dal virus Hiv dell?Aids. Sono 600.000 in più di sei mesi fa. E anche il tasso di crescita cresce inesorabile, come il numero totale. 490.000 asiatici sono morti di Aids l?hanno scorso. E anche il tasso di crescita cresce inesorabile, come il numero totale: altri 11 milioni di persone saranno colpite dall?Hiv Aids nei prossimi cinque anni. Numeri che fanno spavento e suggeriscono una domanda che fa venire i brividi: riuscirà l?Asia a evitare le devastazioni sociali causate dall?Aids in Africa ? Se l?Aids riesce a sfondare nelle grandi popolazioni asiatiche come ha già fatto in Africa, tra pochi anni potremmo essere testimoni del più grande olocausto di vite umane mai registrato nella storia dell?umanità. Perchè in Asia ci sono quasi tre miliardi di persone: un tasso di infezione del solo 2%, oggi considerato tra i più bassi in Africa, significherebbe per l?Asia 60 milioni di persone colpite.

C?è ancora speranza di fermare il virus.
Sappiamo che il miracolo dell?inversione di rotta dell?epidemia è possibile ed è stato realizzato in alcuni paesi più colpiti, come in Uganda, Ucraina, Repubblica Domenicana. Nel Sud-Africa le infezioni in donne incinte sono in continua discesa, ad Addis Abeba, capitale dell?Etiopia l?infezione tra le donne giovani è calata di un terzo. L?Asia potrebbe evitare uno sterminio annunciato da Aids dato che per ora i tassi percentuali di infezione sono bassi. Ci sono esempi di successo anche in Asia: in Thailandia i nuovi casi registrati all?inizio degli anni ?90 erano 143.000 l?anno, oggi sono 25.000. Tra le reclute thai il tasso di infezione era schizzato dieci anni fa oltre il 10%, oggi grazie alle campagne di prevenzione è intorno all?1%. La Cambogia, che ha il più alto indice di prevalenza di tutta l?Asia, ha fatto scendere l?infezione nelle donne in gravidanza dal 3,2% del 1996 al 2,8% nel 2001. Un?epidemia generalizzata ?all?africana? si può ancora evitare in Cina, Indonesia, Malesia e Vietnam, insieme sono oltre 1miliardo e mezzo di persone, il triplo dell?Africa.

Stigma e discriminazione sono peggio del virus.
I migliori alleati del virus sono i preguidizi, lo stigma diffuso come se si trattasse di una nuova peste e la discriminazione. Non per caso i paesi che hanno un tasso di infezione in diminuzione, sono anche paesi che hanno fatto piazza pulita dei pregiudizi. Stigma e discriminazione significano che la gente ha paura dei test del sangue, perchè chi risulta positivo potrebbe perdere il lavoro, soffrire l?ostracismo della comunità, il rifiuto dei figli nelle scuole perchè i genitori di altri bambini non vogliono ?rischiare?. Chi non sa o non vuole sapere di essere infetto, non prende precauzioni e più o meno inconsciamente infetta altre persone.

Sesso e droga sono comportamenti necessari alla diffusione dell?Aids.
I grandi motori che accelerano l?epidemia in Asia sono soprattutto la prostituzione e l?omosessualità maschile non protette da condoms e l?iniezione di droga, quasi sempre a mezzo di siringhe scambiate da più persone. Chi pensa che sono comportamenti marginali si sbaglia: in realtà in Asia sono più diffusi di quanto venga ammesso. Molti omosessuali hanno comportamenti bi-sessuali e hanno una moglie e figli per avere una facciata ?normale?. La prostituzione è un?industria diffusissima in quasi tutti i paesi del Sud-Est asiatico ed in Cina. In alcune regioni le nuove infezioni originate da scambio di siringhe infette sono il 70% di tutte le nuove infezioni.

Bisogna fermare il virus e le chiacchiere.
In molte regioni il virus non ha ancora raggiunto la popolazione che non ha comportamenti a rischio, ma solo un cambiamento dei comportamenti potrebbe evitare che l?epidemia cresca presto fino a divenire difficilmente controllabile. Le Nazioni Unite hanno lanciato un grido d?allarme e messo a disposizione di tutti le conoscenze per mettere in atto politiche efficaci di prevenzione. Altre formule magiche o vaccini per garantire una protezione efficace non ce ne sono. Ma se tutti i rapporti sessuali a rischio fossero protetti, tutte le iniezioni fossero pulite e le donazioni di sangue fossero controllate da test del sangue, semplicemente non ci sarebbe nemmeno una possibilità di infezione. Molti fanno prevenzione a base di ideologie politiche, culturali o religiose dimenticando che il virus è solo un DNA, che non ascolta nessuno, non discrimina tra le religioni o tra democrazie e dittature. È un virus che ha bisogno di un intervento umano per infettare un?altra persona. Se il virus si ferma in Asia sarà merito degli asiatici; se farà decine di milioni di vittime, sarà soprattutto colpa degli asiatici, dei governi, come delle società civili.

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