Salute

Aids: è allarme per crescita in Europa

Soprattutto a Est, ma anche a Ovest a causa di scarsa informazione

di Gabriella Meroni

”L’Aids si sta diffondendo rapidamente in tutta l’Europa dell’est. Ma i casi sono in crescita anche nei Paesi occidentali perche’ i programmi di prevenzione e informazione non sono sufficientemente sostenuti, o non ci sono affatto”. Questo il preoccupante quadro delineato oggi in una conferenza ministeriale a Dublino dal titolo ‘Breaking the Barriers – Partnership to fight Hiv/Aids in Europe and Central Asia’, voluta dalla presidenza di turno dell’Unione. Secondo il rapporto, stilato dalle due Agenzie delle Nazioni Unite, Banca Mondiale e del Fondo Globale per la lotta a Aids, tubercolosi e malaria, l’Europa dell’Est fa segnare il record mondiale di crescita dei casi di malattia, ”insidiando presto i confine della Ue prossima all’allargamento verso oriente”. Tra le nazioni piu’ interessate dal rapido aumento di infezioni da Hiv ci sono anche i Paesi baltici che entreranno nell’Unione a maggio 2004. Le due Agenzie Onu esortano quindi ”i ministri Ue a prendere decisioni urgenti per prevenire l’ulteriore diffusione dell’Aids nel vecchio continente”. Il documento delinea anche i principali destinatari degli interventi urgenti, cioe’ le persone che sono a maggior rischio di contrarre l’infezione: ”Giovani, prostitute, omosessuali, e chi fa uso di droghe che si iniettano”. ”Non c’e’ tempo da perdere”, ha detto Peter Piot, direttore esecutivo di Unaids. ”L’Europa si appresta a diventare il piu’ grande ‘Stato’ del mondo, con oltre 500 milioni di abitanti – ha aggiunto – ed e’ suo interesse arginare e combattere la diffusione dell’Aids prima che mini lo stesso sviluppo socio-economico della regione”. La critica e’ impietosa: ”Benche’ in molti paesi le cure siano a disposizione – ha accusato Piot – molti governi non hanno investito abbastanza sul fronte della prevenzione, come fatto in passato all’inizio degli anni ’90”. Secondo gli esperti e’ importante che ”i malati possano continuare ad avere farmaci e siano informati per non contagiare i loro partner”. Secondo le stime piu’ recenti sono ormai 1,5 milioni le persone con l’Hiv nell’Europa dell’est e in Asia centrale, rispetto ai soli 30 mila del 1995. ”I piu’ colpiti sono i giovani che fanno uso di droghe e si scambiano le siringhe. E spesso queste persone hanno anche rapporti sessuali non protetti, peggiorando la situazione”. Un solo dato serve a spiegare la portata del problema: ”Solo il 10% delle ragazze del Tajikistan ha sentito parlare di Hiv/Aids”. Per questo gli esperti individuano la scuola come ”fondamentale fonte di informazioni sull’argomento”, spiega il direttore esecutivo dell’Unicef Carol Bellamy. La situazione non migliora nei Paesi dell’Europa occidentale dove ”aumentano le percentuali di infezioni per via sessuale, segno di un ritorno al sesso ‘non-protetto’, soprattutto tra i giovani eterosessuali”. Nel solo 2003, continua il rapporto, tra le 30 e le 40 mila persone si sono infettate con l’Hiv, facendo salire da 520 mila a 680 mila il numero dei malati. ”Senza una trasformazione degli impegni verbali dei leader politici in azioni concrete – ha sottolineato Lars Kallings, segretario generale del programma Onu su Hiv/Aids nell’Europa dell’est – l’Unione europea, soprattutto dopo l’allargamento, dovra’ affrontare una nuova e vigorosa ondata di infezioni”. I prossimi passi dell’Onu sono il finanziamento di oltre 400 milioni di dollari da spendere nei prossimi cinque anni in 22 programmmi di prevenzione in 16 Paesi dell’est europeo e dell’Asia centrale. ”Ma per essere efficaci, le azioni hanno bisogno di maggiori fondi. Almeno 1,5 milardi di dollari in piu’ entro il 2007. Anche se – commenta Shigeo Katsu, vicepresidente regionale della Banca Mondiale per Europa e Asia – i soldi non sono tutto. Importanti sono le informazioni e la capacita’ di ‘rompere le barriere”’.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA