Salute

Aids, come fanno l’amore i gay al tempo di Internet?

Parte un'indagine completa sulle abitudini sessuali della popolazione omosessuale condotta da Arcigay

di Redazione

Al via la più estesa indagine statistica mai condotta in Italia sulla popolazione omosessuale. Finanziata dall’Istituto superiore di sanità e condotta da Arcigay, studierà per un anno la salute e la sessualità delle persone gay, lesbiche e bisessuali. Arcigay: ?Una risposta all’indifferenza del Governo sull’Aids?, ?Un peccato che studi come questo non siano estesi all’intera popolazione?.

Come fanno l’amore gay e lesbiche italiani all’inizio del nuovo secolo? Il livello di guardia verso l’Aids è ancora alto o si sta abbassando anche tra la popolazione gay? E che dire delle altre malattie a trasmissione sessuale? Qual è stato l’impatto di internet sulle modalità di incontro e di relazione?
Saranno circa 100 i quesiti su salute e sessualità cui cercherà di dare risposta la più estesa ricerca statistica mai condotta sulla popolazione gay, lesbica e bisessuale italiana.
L’indagine ?Survey nazionale su stato di salute, comportamenti protettivi e percezione del rischio Hiv nella popolazione omo-bisessuale?, che sta partendo in questi giorni, è finanziata con 40mila euro dall’Istituto superiore di sanità, e nasce da un progetto scientifico di Arcigay, che ne curerà la realizzazione. Sarà il primo studio statistico incentrato sulla sessualità e sulla salute della popolazione lesbica, gay e bisessuale (Lgb) del paese, il primo effettuato dopo la diffusione di massa di internet e a riguardare espressamente anche le lesbiche.

Per cinque mesi migliaia di questionari, elaborati da un team scientifico di psicologi e sociologi, saranno distribuiti in tutto il territorio nazionale, anche grazie all’aiuto di decine di volontari. Il coordinamento scientifico del progetto è affidato a Raffaele Lelleri, sociologo e responsabile salute di Arcigay. L’obiettivo è raccogliere, entro metà settembre, un campione rappresentativo di 5000 questionari compilati. I precedenti studi quantitativi sulla popolazione gay e lesbica italiana si fermavano a circa 1000 o 2000 soggetti.

?Studi come questo – spiega Raffaele Lelleri – ci consentono di sviluppare una conoscenza su base scientifica della vita reale delle persone, al di là di pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni. Sono importanti anche nella lotta contro la diffusione delle malattie e per la prevenzione del disagio sociale. E’ un peccato che non siano condotti anche tra la popolazione eterosessuale, quella oggi interessata dalla diffusione più rapida dell’Aids?.

?Con questa iniziativa – commenta Sergio Lo Giudice, presidente nazionale di Arcigay – intendiamo rilanciare con forza la questione della tutela della salute e della lotta contro l’Aids, anche tra la popolazione Lgb. Il disinteresse manifestato dal governo Berlusconi, che rifiuta il profilattico come strumento di protezione e che per la prima volta dalla comparsa dell’epidemia in Italia ha abolito le campagne di informazione rivolte alla popolazione gay, rischia di favorire un generale abbassamento del livello di guardia?.

Ampi e diversificati gli interrogativi cui l’indagine cercherà di rispondere: è vero che c’è un abbassamento della guardia anche tra la popolazione gay rispetto al rischio Aids? E rispetto alle altre malattie sessualmente trasmesse? Quali sono le pratiche sessuali più comuni? Esistono ruoli sessuali definiti? Quali sono i luoghi dell’incontro sessuale più frequenti? Che impatto ha avuto internet a riguardo? E qual è la situazione in fatto di assunzione di sostanze stupefacenti? Come cambiano da nord a sud, dalla città alla provincia, il rapporto con i centri e i servizi della comunità gay e lesbica, il definirsi omosessuale o l’avere comportamenti omosessuali senza farlo? Ci sono differenze generazionali? E di status socio-economico? In cosa convergono e divergono i gay e le lesbiche, i maschi bisessuali e le femmine bisessuali? Che rapporto hanno i pazienti Lgb con gli operatori della salute?

Il metodo di lavoro su cui si baserà l’indagine sarà community sensitive, coinvolgerà cioè attivamente sia l’associazionismo di categoria, sia il complesso delle iniziative, dei centri di aggregazione, dei siti web, e degli altri canali internet sviluppati in questi anni dalla comunità Lgb.
Si è infatti dimostrato molto arduo raggiungere le persone omo-bisessuali attraverso i punti istituzionali di osservazione sanitaria. Il questionario, in due versioni, una per i maschi e l’altra per le femmine, sarà compilato autonomamente da ciascun partecipante. I canali e le tecniche di somministrazione del questionario saranno molto diversificati, e calibrati al fine di garantire la rappresentatività statistica dei risultati. L’incremento del campione procederà progressivamente da un nucleo iniziale ad un coinvolgimento sempre più ampio della popolazione, con uno sviluppo snow-ball (a valanga).

L’indagine si concluderà con un report scientifico, un convegno nazionale previsto per il 1° dicembre 2005, giornata mondiale per la lotta all’Aids, e una brochure divulgativa sugli esiti della ricerca.

Il questionario è disponibile anche on-line sul sito web ufficiale dell’indagine www.modidi.net

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