Salute
Aids: circoncisione abbatte il rischio del 60%
Sarebbero 2 milioni le infezioni evitabili in 10 anni secondo l'OMS
di Redazione
La circoncisione maschile può ‘abbattere’ di circa il 60% il rischio di infezione da Hiv. E nelle zone sub-sahariane dell’Africa, ‘epicentro’ dell’epidemia di Aids, aumentando il ricorso a questa pratica si potrebbero evitare due milioni di nuovi casi in 10 anni.
Questi i numeri resi noti oggi da George Schmid del Dipartimento Hiv/Aids dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), in occasione del 17esimo congresso di Microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid), in corso a Monaco di Baviera fino a domani.
“Possiamo considerare gli ultimi studi sulla circoncisione maschile, che ne hanno evidenziato l’estrema utilità nell’evitare il contagio da Hiv e ci hanno spinto a raccomandarla nelle zone più problematiche – ha detto Schmid – la più grande novità del 21esimo secolo per quanto riguarda l’Aids. Anche se le prime ricerche sul tema risalgono al 1986, nel 2005 i risultati della prima vera sperimentazione hanno mostrato un effetto protettivo della circoncisione rispetto alla contrazione del virus del 60%”.
“Nel febbraio 2007 – ha aggiunto Schmid – il secondo e il terzo studio hanno riscontrato un effetto protettivo rispettivamente del 53 e del 51% negli uomini circoncisi rispetto ai non circoncisi. Basti pensare che entrambe le indagini scientifiche sono state interrotte prima del tempo sempre per la percentuale molto alta di efficacia”.
“Si tratta di una misura preventiva a basso costo che si dovra’ diffondere soprattutto nelle zone più a rischio, accostando questi interventi a un adeguato counselling: gli uomini non devono infatti pensare che, una volta circoncisi, possono abbandonare i sistemi di precauzione ‘classici’. Per quanto riguarda l’Europa, dove attualmente meno del 20% degli uomini è circonciso, è improbabile -ha concluso Schmid- che il suggerimento della circoncisione maschile rappresenti una misura ragionevole di prevenzione”.
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