Salute
Aids: attenzione cala e mancano fondi ricerca
L'allarme lo lancia il vice presidente della Commissione nazionale Aids, Ferdinando Dianzani
di Paolo Manzo
Si affievolisce il livello d?attenzione sull’Aids e anche il finanziamento della ricerca comincia ad accusare il colpo. È l’allarme lanciato dal professor Ferdinando Dianzani, vice presidente della Commissione nazionale Aids, intervenuto questa mattina alla presentazione del ?Repertorio delle sperimentazioni terapeutiche nell’infezione Hiv-edizione 2001?, realizzato per il settimo anno dall’associazione Positifs onlus.
Per l’esperto, l?abbassamento della guardia sull’infezione non è privo di conseguenze e potrebbe vanificare i tanti risultati positivi raggiunti negli ultimi anni. ?La minor attenzione?, spiega Dianzani, ?è dimostrata dal fatto che circa il 60% delle nuove diagnosi (secondo gli ultimi dati) riguarda persone già in Aids conclamata, che hanno avuto comportamenti a rischio ma non hanno pensato di fare il test.
È il segno più evidente dell’abbassamento della guardia. Ma anche la diminuzione di campagne informative sono un campanello d’allarme?. Ancora più preoccupante l’incertezza sui fondi per la ricerca. ?Quando, negli anni ’80, fu istituito il progetto nazionale di ricerca Aids, aggiunge Dianzani, i soldi per il finanziamento venivano dati all’Iss, con una specifica finalizzazione, abolita, poi, qualche anno fa.
Purtroppo, i soldi non più finalizzati, sono stati utilizzati dall’Iss anche per altro. Per fortuna, nel 2001, l’istituto ha reperito nuovi fondi dalle pieghe del suo bilancio per finanziare ancora il progetto, ma potrebbe essere l’ultimo anno. Per questo, in Commissione Aids stiamo cercando di istituire, nuovamente, dei fondi finalizzati?.
Dall’Istituto superiore di Sanità, però, arrivano rassicurazioni. ?Per il 2002 siamo a posto?, spiega Giovanni Rezza responsabile epidemiologico del Progetto nazionale ricerca sull’Aids, ?c’è già un bando e sono stati reperiti i circa 20 miliardi necessari. Le Commissioni si riuniranno entro i prossimi mesi e questo ci assicura ancora un anno di lavoro.
Per il futuro credo che le istituzioni troveranno il modo per finanziare ancora la ricerca sull’Aids?. L’invito a mantenere alto il livello d’attenzione sull’Aids arriva anche da Rezza, che giustifica il suo appello con i numeri della malattia. ?Non dobbiamo lasciarci ingannare, spiega l’epidemiologo, i casi conclamati d?Aids diminuiscono grazie alle terapie antiretrovirali e questo dà l’impressione che l’epidemia diminuisca?.
Ma si tratta solo di un’illusione. ?In realtà?, continua Rezza, ?l’infezione cresce perché aumenta la sopravvivenza del totale delle persone colpite, sia Hiv positive sia malate. E non dobbiamo dimenticare che ci sono ancora tre o quattro mila nuove infezioni l’anno?.
Sempre più spesso vengono colpite persone che non percepiscono il rischio. ?Il 60% dei nuovi casi?, spiega Rezza, ?viene diagnosticato in pazienti che non avevano fatto il test per Hiv prima. Si tratta di persone d?età più avanzata, non tossicodipendenti, che hanno contratto la malattia per via sessuale?.
In aumento anche il numero di extracomunitari che si ammalano in Italia, quasi il 15% dei nuovi casi riguarda proprio questa fascia di popolazione. Ma ci sono anche dati positivi. ?La temuta esplosione di infezioni tra le donne?, conclude Rezza, ?non si è verificata. Oggi rappresentano solo il 30% dei malati contro le cifre apocalittiche che erano state ipotizzate qualche anno fa?.
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