Salute

Aids: appello, cure gratis a Pvs

Farmaci e strumenti diagnostici e assistenziali gratuiti per i pazienti dei Paesi in via di sviluppo. E' questa la richiesta avanzata a Banca Mondiale e Oms da esperti, istituzioni e ong

di Paolo Manzo

Farmaci e strumenti diagnostici e assistenziali gratuiti per i pazienti dei Paesi in via di sviluppo. E’ questa la richiesta avanzata da un’alleanza di esperti, istituzioni e ong che presentera’ oggi la dichiarazione ‘Free by five’ alla Banca Mondiale, all’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), all’Unaids e molti altri enti interessati alla lotta all’Hiv. La dichiarazione ‘Free by Five’ fa eco al piano ‘Three by five’ lanciato un anno fa dall’Oms con l’obiettivo di somministrare i farmaci antiretrovirali (Arv) contro l’Aids a 3 milioni di malati entro il 2005. ‘Free by five’ e’ stata lanciata dell’Universita’ sudafricana del KwaZulu-Natal, in Sud Africa, e ha rapidamente guadagnato l’appoggio da alcuni esperti e attori chiave della lotta all’Aids in tutto il mondo.

A oggi oltre 700 persone hanno firmato a favore della dichiarazione, tra loro: Stephen Lewis (inviato speciale dell’Onu per l’Aids in Africa), Hélene Rossert (direttore generale di Aides e vice presidente del Fondo Globale per la lotta ad Aids, malaria e tubercolosi), Gorik Ooms (direttore generale di Medici senza frontiere (Msf) in Belgio) e Stefano Savi (direttore generale di Msf in Italia). ”La spinta per l’accesso ai farmaci antiretrovirali sta vivendo un grande impulso – afferma Stephen Lewis, inviato speciale dell’Onu per l’emergenza Hiv/Aids in Africa e firmatario della dichiarazione – Per molti malati questo significa letteralmente la differenza tra la vita e la morte. Ma se i farmaci non saranno somministrati gratis, allora i poveri non potranno beneficiarne. Questa dichiarazione spiega chiaramente perche’ e’ indispensabile che i trattamenti siano gratuiti e merita il nostro supporto”.

Tra i circa 40 milioni di sieropositivi al mondo, almeno 5milioni e mezzo sono in una fase della malattia che richiede urgentemente un trattamento con farmaci antiretrovirali, ma appena 440mila malati hanno accesso alle cure. In Africa solo il 4% dei malati riceve il trattamento. Anche nei pochi Paesi in via di sviluppo in cui arrivano i farmaci anti-Aids piu’ economici, molti dei pazienti continuano a morire perche’ non possono permettersi di pagare il ‘ticket’ spesso richiesto. ”Il pagamento obbligatorio di un ticket – spiega Gorik Ooms di Medici senza frontiere – spesso rende impossibile raggiungere proprio quei pazienti cha hanno maggiormente bisogno di cure.

”Quando i trattamenti contro l’Aids sono erogati in cliniche sponsorizzate da donatori, ma che richiedono ugualmente ai pazienti una compartecipazione ai costi – spiega l’esponente di Msf – accade inevitabilmente che i malati a un certo punto non possono piu’ permettersi le cure e abbandonano la terapia. Alcuni di loro cercano allora le cliniche di Msf dove il trattamento e’ gratuito. Ma noi – conclude Ooms – possiamo offrire solo soluzioni temporanee e per un numero limitato di persone”.

Intanto, sempre restando in tema di Aids, torna ad essere preoccupante la situazione in Uganda, secondo quanto denuncia il sito online della Bbc. Quasi 10 milioni di preservativi, infatti, sarebbero bloccati nei magazzini di Kampala, in attesa che siano sottoposti a test di qualità, ma ciò significa che per sei mesi ci sarà una forte scarsità di condom, con gravi rischi a causa del sesso non protetto, e possibile diffusione di Aids.

L’Uganda e’ uno dei paesi che meglio si e’ saputo opporre alla diffusione del virus, perche’ proprio il presidente Museveni – mentre molti governi quasi nascondevano il problema – seppe affrontarlo e denunciarlo con forza gia’ agli inizi degli anni Novanta, riuscendo cosi’ a ridurre la percentuale degli ammalati da circa il 15 per cento di dieci anni fa, all’attuale (forse un po’ ottimistico) poco piu’ del sei.

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