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AiBi: Lettera aperta di una bambina bielorussa al presidente Napolitano

La lettera di un bambina bielorussa, la piccola Anastasia, che attraverso Amici dei Bambini ha chiesto di lanciare un messaggio al Presidente Napolitano.

di AiBi

Caro Presidente,

sono una bambina bielorussa, una tra i 28mila bambini che vengono in Italia due volte l?anno. Ti scrivo perché il tuo paese mi piace tanto: è bello, è caldo, è pieno di luce, ma soprattutto perché ho capito, qui in Italia, che cosa significhi il nome mamma e papà. Sai, io sono stata abbandonata da piccolina e ho sempre vissuto in istituto, certo lì non mi è mai mancato niente, pasti caldi in abbondanza, giochi e assistenza di ogni tipo. Ma da quando vengo in Italia ho capito che mi è sempre mancato qualcosa di molto più importante e ogni volta il ritorno in orfanotrofio è stato un buco doloroso nel mio cuore, una ferita sempre più grande.
Domenica scorsa, mentre ero a tavola, con la ?mia? famiglia italiana ho sentito alla televisione che parlavi di un signore senza più speranza, pronto a morire e invitavi tutti i politici a riflettere su cosa si potesse fare per questo signore, come aiutarlo. Quello stesso giorno tutti parlavano di un cosa nuova e per me difficile da capire: un diritto alla morte.
Caro Presidente come mi sarebbe piaciuto se tu avessi anche parlato di noi bambini abbandonati e del nostro diritto alla vita, della possibilità di avere una ?vita vera? con una mamma e un papà, disposti ad accompagnarti ogni giorno a scuola per mano, a darti il bacio della buona notte ogni sera.
E invece da anni mi devo accontentare solo delle briciole: un po? di affetto, qualche giocattolo, poche telefonate durante l?anno con i miei genitori italiani.
Sai Presidente, un bambino abbandonato conosce bene il significato di questa parola; il diritto di un bambino secondo te non ha lo stesso valore di quello di un adulto?
Scusami se ho questo pensiero, ma non ti ho sentito dire niente sulla storia della nostra amica di Cogoleto, che sta lottando per far capire al mondo che un bambino abbandonato vuole avere una famiglia e non solo una vacanza. L?hanno chiamata Maria, ma io la conosco bene, so qual è il suo nome e so che lei, anche se molti non l?hanno ancora capito, sta lottando per tutti noi!
Eppur qualcosa avresti potuto dire, caro Presidente. Come se si trattasse di uno dei tuoi nipotini. Cosa diresti se ti facessero vedere uno di loro solo due volte all?anno? Certo loro sono fortunati: hanno due persone chiamate genitori (che nome magnifico) pronti a proteggerli, mentre noi bambini abbandonati da chi siamo amati? Chi ci protegge?
Ora c?è la piccola Maria e per ?colpa sua?, dicono qui in casa, siamo diventati ?ostaggi?. ?Ostaggi della carità?, anche se non ho capito bene cosa significhi questa espressione. Adesso tutte le nostre famiglie italiane hanno paura di non vederci più il prossimo anno.
Certo, anch?io ho tanta paura di non poter tornare più qui, non sentire più il calore della bella Italia. Ma non crede, caro Presidente, che avremmo anche noi il diritto a qualcosa di più? Anche noi, sai, stiamo soffrendo e abbiamo tanta paura. Noi vogliamo vivere, non morire. Per questo, te lo chiedo per favore, pensa anche a noi.

Un caro abbraccio la tua ?nipotina? bielorussa

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