Non profit

AiBi: le adozioni internazionali e le promesse del ministro Bindi

Griffini: "Ancora in fase di stallo gli accordi con Cina e Federazione Russa"

di AiBi

Il ministro per la Famiglia Rosi Bindi ha dichiarato all?agenzia Ansa di considerare l’adozione internazionale ?una scelta importante e che merita grande attenzione?:, impegnandosi a sostenerla e favorirla, anche sul fronte degli accordi internazionali con Cina e Federazione Russa.

?E? davvero così importante?? si chiede Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, che snocciola una serie di quesiti ancora aperti e pendenti sul tavolo del ministro.

In primis, il nuovo regolamento della CAI, la Commissione per le adozioni internazionali, annunciato di essere pubblicato da oggi in Gazzetta Ufficiale. ?Non solo ci risulta da fonti del ministero che ciò non sarebbe ancora avvenuto ? aggiunge Griffini ? ma tengo a precisare che gli enti autorizzati non sono stati consultati dal ministro Bindi prima che venisse approvato. Sarebbe come se il governo, apprestandosi a varare la riforma delle pensioni, non consultasse i sindacati di categoria?.

AiBi è critica con il ministero della Famiglia anche sul versante degli accordi bilaterali: ?Ci auguriamo che a tante promesse seguano i fatti, cosa non avvenuta finora: risale al settembre 2006 l?accordo stipulato con il governo di Pechino per riaprire le adozioni internazionali ? dice Griffini -: oggi l?Italia è l?unico paese europeo a non adottare in Cina, paese invece da cui gli altri Stati europei adottano migliaia di bambini ogni anno.?

In fase di stallo da oltre un anno anche il sistema adozioni in Federazione Russa, dove solo nelle scorse settimane il governo ha iniziato a rilasciare autorizzazioni a operare per enti americani, francesi e spagnoli.

?Nel marzo scorso era stato annunciato dal ministro Bindi la prossima stipula di un accordo bilaterale che consentisse di dare una speranza di famiglia ai 2 milioni di bambini e adolescenti che oggi vivono negli internat russi ? puntualizza l?AiBi – : oggi gli enti italiani si ritrovano da soli a trattare con le autorità, fuori da un qualsiasi accordo internazionale che legittimi la presenza delle adozioni internazionali nell?agenda del governo italiano?.

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