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AiBi: “In Kosovo, dove il vero nemico è l’odio interetnico”
L'associazione, presente sul territorio dal 1999, illustra la sua attività di cooperazione, che si alimenta solo grazie ai sostegni a distanza. Ecco come attivarli
L’odio interetnico in Kosovo è lontano dall’essere debellato, come hanno dimostrato gli eventi delle ultime settimane che hanno riportato la memoria indietro di cinque anni. Per questo motivo, l’Associazione Amici dei bambini-AiBi, presente sul territorio con progetti di cooperazione per la protezione dell’infanzia, riassume il quadro del gravissimo dissesto sociale in cui versa la popolazione e lancia un appello a fare qualcosa per il sostegno ai progetti, attivando sostegni a distanza.
“I bambini del Kosovo sono ancora lì, come durante i tragici eventi del 1999” spiega AiBi in un comunicato. “Sono ancora educati a odiarsi, fin da piccoli, perché la guerra è finita ma le ragioni che l’hanno innescata restano immutate. La guerra prima, il protrarsi dell’odio profondo tra le etnie poi, hanno aperto nel paese una profonda ferita difficile da rimarginare, mentre la comunità internazionale non è riuscita a portare la pace”.
Amici dei Bambini ha scelto di puntare sui più piccoli perché siano loro a ricostruire il loro popolo, a partire dalla pace e dai diritti umani.
Dal 1999 l’associazione è presente in Kosovo allo scopo di aiutare i giovani a superare l’odio attraverso il dialogo tra le diverse etnie. Se oggi siamo ancora lì è grazie alle oltre 400 famiglie italiane che hanno scelto di contribuire al progetto con un sostegno a distanza. Ma c’è ancora molto da fare, insieme.
Il progetto “Ricostruiamo dai bambini”
Attraverso il gioco e l’educazione, i bambini possono imparare il confronto e il dialogo fra le diverse etnie e eventualmente insegnarlo ai grandi.
La promozione dei valori familiari e dei diritti umani, il sostegno alle famiglie vulnerabili e l’organizzazione di iniziative volte alla riconciliazione etnica sono dunque gli strumenti con cui i volontari di Amici dei Bambini cercano di lottare contro la disgregazione del paese e restituire ai più piccoli il diritto ad avere un futuro.
Il progetto si sviluppa in tre diversi contesti socioeconomici:
– Fushe Kosova (Kosovo Polje in serbo)
Contesto cittadino, a circa 20 km da Prishtina, che ha subito pesantemente sia la repressione serba, sia i danni economici derivanti dagli eventi bellici, in quanto area industriale di grande importanza.
– Vushtrri (Vucitrn in serbo)
Contesto agrario a nord di Prishtina, in cui le famiglie sono fortemente penalizzate dall’impossibilità di coltivare la terra ancora in attesa di essere bonificata dalle mine.
– Priluzje
Enclave serba in cui i minori subiscono ogni giorno le conseguenze dell’isolamento, della emarginazione sociale e dell’abbandono da parte delle istituzioni pubbliche, vivendo in un contesto chiuso a qualunque tipo di rapporto con i coetanei di altre etnie.
In ognuna di queste realtà sono stati attivati dei Centri Servizi attraverso i quali coinvolgere in attività sociali ed educative i bambini in difficoltà attraverso servizi di sostegno psico-sociale, attività di animazione ludica e ricreativa, laboratori di espressione corporea, sostegno scolastico.
Sono coinvolti nel progetti anche adolescenti e giovani a rischio di emarginazione attraverso l’organizzazione di:
– attività di aggregazione giovanile;
– percorsi formativi rivolti all’introduzione nel mondo del lavoro;
– iniziative di supporto allo sviluppo dell’associazionismo locale;
– corsi di lingue straniere e computer;
– eventi culturali e sportivi;
– momenti di incontro per lo sviluppo del dialogo tra le etnie.
COME SOSTENERE IL PROGETTO:
Chiama il numero verde 800.22.44.55
Fai la tua donazione sul conto corrente postale n. 3012, intestato ad Amici dei Bambini
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