Non profit

AiBi al nuovo Parlamento: otto proposte di legge per i minori fuori famiglia

Otto proposte di legge a tutela dei minori fuori famiglia. Un programma da sottoporre ai rappresentanti dei diversi schieramenti politici affinché mettano al centro dell’agenda politica del nuovo Parl

di AiBi

?Rivolgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro al nuovo Parlamento, auspicando che la nuova compagine politica, forte della stabilità data dal risultato elettorale, si renda interprete non solo delle questioni istituzionali e sociali più urgenti ma soprattutto delle istanze di bambini che più di altri hanno bisogno di non essere dimenticati: i minori senza famiglia? ha detto Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini ?Le proposte di AiBi intendono essere non tanto principi sulla carta, bensì strumenti operativi per attuare una politica familiare attenta ai bisogni dell?infanzia. Chiediamo quindi che il Parlamento consideri un pacchetto di otto proposte legislative a tutela dei diritti dei minori fuori famiglia?.

1. Adozione aperta – E? una possibilità per offrire una relazione affettiva a bambini in difficoltà, ma va estesa e chiarita con una precisa normativa. Si tratta dell?opportunità di adottare un minore senza che si interrompano i suoi legami con la famiglia di origine, attualmente possibile solo come misura straordinaria prevista dalla Legge 184/83.
2. Affido, solo a tempo e con una nuova gestione – L?affido ha valore solo quando è uno strumento temporaneo di accoglienza, nell?interesse del bambino a ricostruire i legami familiari spezzati. Per rilanciare l?affido occorre, quindi, una nuova legge che riconosca la gestione dell?affido alle associazioni familiari accreditate.
3. Le Case famiglia, ma quelle vere ? E? urgente una revisione della normativa sull?accoglienza residenziale che riconosca le diverse tipologie di Comunità e promuova le Comunità realmente familiari. AiBi propone una legge in cui siano favorite le Case Famiglie gestite da famiglie ? coppie di coniugi ? nell?ambito di una normativa che ne riconosca le peculiarità.
4. L?adozione internazionale, gratuita ? Una battaglia di AiBi, da sempre. Oggi è quanto mai necessario riconoscere la detraibilità al 100% delle spese procedurali – spese relative al personale, amministrative, legali – purché certificate dall?ente autorizzato agli aspiranti genitori adottivi, mantenendo ancora la deducibilità al 50% per le sole spese di viaggio e permanenza all?estero.
5. Una Banca dati europea ? Una Banca dati europea che contenga i minori adottabili – non accolti attraverso l?adozione nazionale – e i potenziali genitori adottivi. Se dopo sei mesi un minore adottabile non trova una famiglia nel suo paese di origine, deve essere inserito nella Banca dati europea. In questo modo si garantirebbe una soluzione per quei bambini che non trovano nei loro paesi una famiglia disponibile all?accoglienza.
6. L?affido internazionale – L?affido internazionale deve essere regolamentato in un quadro normativo chiaro. Pur non essendo l?escamotage per adottare, potrebbe diventare un modo per dare una famiglia temporanea a quegli adolescenti che altrimenti sarebbero costretti a crescere in istituto fino alla maggiore età.
7. Islam e minori: la kafala ? E? la più alta forma di protezione per l?infanzia abbandonata prevista dalla legge islamica. Pur non essendo una adozione legittimante, deve essere garantito alle coppie musulmane residenti in Italia il diritto di poter accogliere minori abbandonati nei vari paesi islamici: deve però essere studiato uno strumento giuridico che lo consenta, tagliando i legami tra minore adottato e famiglia di origine.
8. Una nuova legge per l?adozione internazionale ? L?attuale legge, 476/1998, è inadatta a far fronte alle sfide del sistema adozioni. E? dunque necessaria una revisione della legge che preveda la trasformazione della Commissione per le adozioni internazionali (CAI) in un?Authority, presieduta da un giurista o da un rappresentante della società civile per renderla più autorevole con le autorità straniere, e intensificare l?attività di controllo sugli enti. E? urgente anche rivedere il modo di lavorare degli Enti autorizzati: si dovrebbero formare le coppie sul territorio per offrire un servizio di sostegno e accompagnamento di qualità, capace di rispondere alla nuove sfide dell?adozione. L?ente dovrebbe essere autorizzato a operare solo nelle regioni in cui ha la sede, lavorando in convenzione con le Regioni attraverso un protocollo di intesa con gli standard dei servizi di accompagnamento delle coppie.

Sono in cantiere apposite iniziative di sensibilizzazione e presentazione del pacchetto di proposte di legge ai parlamentari delle Commissioni competenti.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.