Famiglia

Aias: una presenza storica e capillare

Presentazione dell'associazione italiana per l'assistenza agli spastici

di Francesco Di Nepi

Centoquarantatré sezioni radicate in tutta Italia. Ognuna, grazie all?opera di oltre 20 mila soci sparsi lungo la Penisola, in grado di tentare il recupero funzionale e sociale dei disabili. Sono questi i ?numeri? e le sedi dell?Associazione italiana per l?assistenza agli spastici (Aias), nata quarantaquattro anni fa per iniziativa di un gruppo di genitori di ragazzi disabili con lo scopo di promuovere iniziative volte alla riabilitazione, all?inserimento e all?integrazione nella società degli spastici. E, più in generale, di tutte le persone svantaggiate il cui numero è arrivato ormai a superare gli otto milioni solo in Italia (500 milioni i disabili nel mondo). Il tutto organizzato soltanto tramite il sostegno economico derivante dalle quote associative annuali dei soci e ai contributi di solidarietà donati da persone attente ai problemi sociali. Riconosciuta come ente giuridico il 28 maggio 1968, l?Aias ha promosso nel tempo la costituzione di 150 centri di rieducazione motoria, in convenzione con il ministero della Sanità. Una parte di questi centri è gestita e organizzata direttamente dalle Aziende sanitarie locali. Nell?ambito di queste sedi hanno finora potuto svolgere attività di riabilitazione soggetti cerebrolesi e motulesi, trattati fin dall?inizio con tecniche in quel momento più moderne nel campo della fisiochinesiterapia, della psicomotricità e della logoterapia. L?Aias, inoltre, si è sempre distinta per la grande attenzione rivolta verso i problemi sociali dei disabili: oltre a essersi distinta come la prima associazione in Italia a sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sul problema delle barriere architettoniche, ha promosso, insieme ad altre organizzazioni, la promulgazione e la stesura della famosa legge 482/68 (oggi in procinto di essere modificata) che controlla l?assunzione obbligatoria di persone svantaggiate sia nella pubblica amministrazione sia nelle aziende private. Inoltre, nel decennio, ?70-?80 si è impegnata a favorire l?inserimento degli handicappati nella scuola pubblica; processo sperimentato per la prima volta, con il beneplacito del ministero della Pubblica istruzione, a Bari e Cosenza. Si è inoltre occupata di organizzare corsi di formazione lavorativa per i disabili e di istituire le cooperative di produzione e di servizi per il loro corretto inserimento. Oggi l?associazione, con sede nazionale a Roma (ma con sedi importanti a Torino e Milano), assiste quotidianamente oltre 12 mila disabili e gestisce 80 centri di rieducazione e numerosi servizi socio-sanitari di consulenza e informazione. Senza dimenticare le persone aiutate tramite il centro di ascolto telefonico, per risolvere problematiche personali, problemi legislativi o amministrativi. Una grandissima mole di lavoro per cui servono collaboratori, volontà e motivazioni. Aias si avvale della collaborazione di 2.230 dipendenti, 250 consulenti e tantissimi volontari e obiettori. Il compito dei responsabili dell?Aias non si esaurisce nell?organizzazione di iniziative concrete, ma si completa attraverso un impegno di sensibilizzazione sociale portato avanti con l?aiuto di libri, opuscoli informativi, turismo accessibile e collegamenti via Internet alle banche dati nazionali ed estere. Il tutto ha due obiettivi ben precisi: facilitare il superamento di pregiudizi e preconcetti nella nostra società e aiutare i genitori di ragazzi disabili a uscire fuori da sensi di colpa, vergogna o disagi immotivati. L?associazione è membro della Federazione italiana per il superamento dell?handicap (Fish), aderisce allo scambio culturale giovanile con i Paesi dell?Unione europea, dell?Est europeo e del bacino del Mediterraneo.


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