Non profit
Aiab: le uova bio garantite da 60mila controlli annui
Andrea Ferrante sottolinea come i prodotti sottocosto nascondano insicurezze alimentari
di Redazione
«Dal punto di vista della sicurezza alimentare i prodotti biologici e le uova soprattutto sono imbattibili. Parliamo di 60mila controlli l’anno su 6mila operatori biologici della Penisola, effettuati dagli enti certificatori. Pari a quelli messi in campo dai Nas e dagli ispettori delle Asl sull’intero comparto agroalimentare nazionale». A parlare è Andrea Ferrante, presidente dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica (Aiab), dopo le ultime notizie sullo scandalo delle uova alla diossina esploso in Germania.
«Un prodotto alimentare pagato troppo poco nasconde tre problemi», avverte: «L’insicurezza alimentare; l’impatto ambientale, quando si carica la collettività dell’aumento di produttività frutto di strumenti chimici, e per finire il lavoro nero. Le uova bio invece hanno un sistema di allevamento diverso rispetto a quello standard e possono costare anche il 60% in piu’. Ma dietro quel prezzo c’è una filiera di controlli e garanzie unica». «Chi lavora nel biologico – prosegue Ferrante – deve rispettare una clausola di salvaguardia che ci protegge, perché quel tipo di mangimi grasso messo sotto accusa in Germania non può essere utilizzato nei nostri allevamenti. Farlo sarebbe una frode alimentare sanzionata dal regolamento europeo in materia di biologico».
Mangimi contaminati e utilizzati negli allevamenti avicoli. È questa per l’Aiab una delle possibili cause dell’avvelenamento delle uova tedesche, come sottolinea il presidente dell’associazione. «Noi usiamo granaglie diverse per le nostre galline – precisa – Le uova biologiche sono sotto il 10% nella distribuzione al largo consumo, ma da anni sono apprezzate dalle famiglie». Il settore bio italiano nel 2010 è cresciuto del 10%. «Nella grande distribuzione – afferma il presidente Aiab – è l’unico comparto che negli ultimi anni ha avuto un segno positivo». Nel nostro Paese il biologico alimentare conta 1 milione e 100mila ettari, pari all’8% della superfice agricola utilizzata. E 50mila operatori. «Siamo i primi – conclude Ferrante – come numero di lavoratori in Europa e secondi come superficie agricola dopo la Spagna».
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