Un buon museo non deve staccare tanti biglietti, per quello basta anche un deposito organizzato». Il direttore dei Musei senesi, Luigi Di Corato, la pensa così. La sua fondazione gestisce un patrimonio che va dall’Accademia dei Fisiocratici dell’Università di Siena al centro di Pienza, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, dal San Giorgio e il drago di Ambrogio Lorenzetti, conservato ad Asciano, ai canopi etruschi di Chianciano. In tutto 42 strutture distribuite su tutta la provincia, che «valgono una permanenza, non solo una visita», come afferma orgoglioso Di Corato, un esperto del settore, già a capo dei musei del Duomo di Monza e del Forte di Bard in Val d’Aosta, docente di Management museale alla Cattolica di Milano.
«Pensare che i musei siano il petrolio del nostro Paese è un grave fraintendimento, perché ci si dimentica dell’impatto sociale. Più del numero dei visitatori a noi interessa quante scuole riusciamo a coinvolgere nelle nostre attività», afferma il direttore. A questo scopo nascono le iniziative orientate al coinvolgimento del territorio, come “Punti di vista”, un programma indirizzato alle locali comunità di migranti. «A partire da quest’anno chiederemo agli stranieri che vivono qui che cosa vedono di sé nel nostro patrimonio culturale, per cercare di trovare dei punti comuni insieme, senza imposizioni», spiega Di Corato. E dalla fine di marzo partirà il nuovo portale on line: una piattaforma per erogare servizi e creare una comunità di visitatori, mantenendo sempre una grande attenzione per il territorio. «Le nuove tecnologie per noi sono indispensabili, abbiamo già sette touch screen che permettono di navigare attraverso tutto il nostro patrimonio, ora aggiungeremo degli aggregatori di percorsi divisi in base alle aree geografiche, per permettere di comprendere meglio le relazioni tra i luoghi e le opere», spiegano dalla fondazione, nata nel 2003 per volere della Provincia, con la partecipazione dei Comuni e delle Curie arcivescovili locali, dell’Università e del Monte dei Paschi di Siena e della Fondazione MPS.
«Abbiamo sempre avuto a cuore la sostenibilità sociale, economica ed ecologica», dice Di Corato. Come dimostra anche il protocollo “Green museum”, firmato di recente con l’Agenzia provinciale per l’energia e ambiente per diminuire i costi energetici e per migliorare la conservazione delle collezioni. A Siena credono che a questa strategia non si debba rinunciare neanche in un periodo di tagli alla cultura: «Quest’anno abbiamo ricevuto l’80% in meno di contributi statali, noi rispondiamo con la pianificazione e il controllo dei bilanci e una gestione manageriale del fundraising». I risultati poi vengono apprezzati anche fuori dall’Italia, racconta Di Corato: «A Shanghai, per esempio, all’ultima conferenza internazionale dell’Icam, l’organizzazione che riunisce i musei di tutto il mondo, Siena ha presentato le sue opere accompagnandole ai vini del territorio. A fare da guida, insieme, un sommelier e uno storico dell’arte».
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